
Paolo Bertolucci è tornato a scrivere sulla Gazzetta dello Sport nel giorno della semifinale del Roland Garros di Jannik Sinner
Paolo Bertolucci è tornato a scrivere sulla Gazzetta dello Sport nel giorno della semifinale del Roland Garros tra Jannik Sinner e Novak Djokovic: “Gli ultimi tre precedenti non mentono: il ritmo e la potenza di Jannik Sinner sono diventati una montagna troppo alta da scalare per Novak Djokovic, che infatti ci ha perso in Coppa Davis nel 2023, in Australia e a Shanghai nel 2024. Certo, l’esperienza e il carisma di un gigante che gioca oggi la 51a semifinale di uno Slam, ha vinto tre volte al Roland Garros e della terra parigina conosce ormai ogni granello, non possono essere sottovalutate, anche perché queste battaglie sono il terreno ideale per un guerriero come Nole. Ma a 38 anni, un giorno non è mai uguale a un altro e il serbo, nel torneo, è rimasto in campo tre ore in più rispetto a Jannik, che dunque avrà un grande vantaggio in termini di freschezza atletica”.
“Ormai è impensabile, dal punto di vista fisico, che Nole possa reggere scambi prolungati contro il più forte colpitore del circuito, che mantiene velocità infernali a ogni esecuzione e continua a spingere da fondo fino a trovare l’angolo adatto per inchiodare l’avversario. Per questo mi aspetto che Nole mescoli le carte fin dall’inizio per sottrarsi alla possibile asfissia delle accelerazioni di Sinner, offrendo al numero 1 palle sempre diverse per tagli e rotazioni, con un uso massiccio delle smorzate e qualche serve and volley che accorci gli scambi. Di fronte, però, troverà un Sinner che rispetto a Roma ha compiuto progressi notevoli in ogni aspetto del gioco, scrollandosi definitivamente di dosso la ruggine della squalifica e tornando agli standard abituali”.
“A Roma, Jannik era ovviamente ancora convalescente, ma quelle partite gli sono servite per recuperare il feeling con la palla in un contesto agonistico, poi la settimana di allenamenti a Parigi e il percorso iniziale del torneo gli hanno restituito la confidenza tecnica necessaria per alzare il livello progressivamente. Forse a volte fatica ancora a trovare la giusta posizione d’impatto sul campo, mostrando come la terra resti per lui la superficie più ostica, ma il motore della sua macchina perfetta è tornato a rombare a pieni giri. Jannik nelle prime cinque partite ha servito il 65% di prime palle ottenendone l’80% di punti, una base fondamentale per costruire la piattaforma con cui vanificare le velleità di Djokovic. Se Jannik imprimerà subito un ritmo insostenibile agli scambi, anche a costo di regalare qualche errore gratuito più del solito, perfino un mostro in difesa come Nole non avrà armi per controbattere”.