Adriano Panatta senza freni su Jannik Sinner: “Mai visto uno così”

L'ex tennista italiano ha elogiato il numero uno del mondo dopo la vittoria con Carlos Alcaraz nella finale di Wimbledon

Sulle pagine del Corriere della Sera Adriano Panatta ha commentato il successo di Jannik Sinner a Wimbledon: “È come vincere il campionato del mondo del tennis, non ci sono altri paragoni possibili. E lui se l’è meritato, ha inseguito il trofeo fino all’ultimo, ha battuto prima Djokovic, poi Alcaraz, che in due fanno nove vittorie ai Championships. Il trofeo più prestigioso del tennis è di Jannik Sinner, e un po’ anche nostro, che non c’entriamo nulla, perché è solo suo e di nessun altro, ma ci fa piacere condividerlo”.

Quindi è entrato nel dettaglio della finale con Carlos Alcaraz: “Match intenso, giocato ai massimi livelli, non bello (e nemmeno scioccante) come la finale a Parigi, ma in grado di mostrarci il meglio di un tennista che va dritto allo scopo, che non si abbatte quando l’altro, con quattro giochi di prestigio da grande giocatore gli sfila il primo set, ma resta lì, sul pezzo, pronto a reagire. E dall’inizio della seconda frazione di gioco, eccolo, a testa bassa a martellare”.

“Un ragazzo di molti talenti, ma il più grande sta nella testa, per come riesce a tirare dritto sempre, anche nelle difficoltà – ha sottolineato l’ex tennista -. Posso solo dire che in tanti anni di tennis, raramente avevo visto uno come lui. Ho sentito Carlos Alcaraz lamentarsi con il suo team, «non riesco a tenerlo da fondo campo». Caspita che confessione, di quelle che sei pronto a fare solo quando sei disperato. I tennisti, quelli bravi, lo capiscono prima dove si sta andando a parare e lo spagnolo ha intuito che sotto la pressione cui lo sottoponeva Sinner, non sarebbe durato molto a lungo”.

“Il confronto andrà avanti, Sinner contro Alcaraz, Alcaraz contro Sinner. Siamo 8-5, e cinque a quattro negli Slam. Sinner potrebbe chiudere la sua corsa con tre Slam in questa stagione, sono convinto che agli US Open lui avrà ancora fiato, gli altri assai meno. Ma quel che conta è che il trofeo di Wimbledon sia passato di mano. Ora è suo. E io ne sono contento, e anche un po’ emozionato” ha concluso Panatta.

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