Il boss del team Tech3 ha analizzato il crollo del pilota piemontese nell'ultimo Mondiale: "Valentino nei suoi anni d'oro era uguale"
Il boss del team Tech3 Herve Poncharal in una intervista ad As ha analizzato il tracollo di Pecco Bagnaia nel Mondiale 2025. La lotta per il titolo doveva essere una sfida a due tra i piloti Ducati Marc Marquez e Bagnaia, e invece il centauro catalano ha dominato il campionato dall’inizio alla fine, lasciando le briciole al suo compagno di squadra che è invece crollato, chiudendo addirittura in quinta posizione nella classifica generale. Poncharal ha parlato di un vero e proprio crollo psicologico da parte del due volte campione del mondo MotoGP.
“Quando sei in difficoltà, quando a volte hai dei dubbi e poi vedi il tuo compagno di squadra vincere, conquistare la pole position ed essere il più veloce in ogni sessione è difficile”, ha spiegato l’ex pilota. “Avere un compagno di squadra come Marc Marquez che fa quello che fa con la moto è stato sicuramente uno shock”, ha continuato Poncharal.”Non essere più il numero uno, non essere più quello che vince sempre, quello su cui la Casa ripone tutte le sue speranze, ha cambiato completamente le carte in tavola”.
Il boss del team Tech3 ha fatto l’esempio di Valentino Rossi, che negli anni d’oro in Yamaha distruggeva tutti i suoi compagni di scuderia: “Quando ero in Yamaha, c’erano quattro M1. Valentino Rossi vinceva ogni gara, ogni campionato, e gli altri tre piloti erano completamente persi, non sapevano cosa fare. E avevano la stessa moto, lo posso assicurare. Quando abbiamo mostrato i dati di Valentino agli altri, hanno detto: ‘Non ce la faccio’. E credo che la stessa cosa sia successa alle altre Honda quando Marc era lì”.
Il parere di Poncharal è simile a quello di Paolo Simoncelli, che in una intervista al Corriere della Sera ha spiegato che Bagnaia non si aspettava un Marc Marquez così: “Pecco non era preparato ad un compagno così forte. Bagnaia viene dal gruppo di Valentino Rossi e a forza di ascoltare tutte le cose che dicono in quel gruppo ha sottovalutato Marquez, che invece lo ha mandato in crisi”.
“L’anno prima aveva perso il Mondiale vincendo 11 gare. Ha pensato: ‘Mi basterà solo cadere meno’. Ma Marc in pista è una bestia e lo ha mandato in crisi. Lui mi è sempre piaciuto, corre e pensa come mio figlio, non rinuncia mai e ci prova sempre. Se Marco non fosse morto, ci saremmo divertiti un botto. Sai che sportellate”.