Stefano Tonut è schietto sulle ambizioni dell’Italbasket

Le parole di Stefano Tonut a pochi giorni dall’inizio del Mondiale

A pochi giorni dall’inizio del Mondiale 2023, la guardia dell’Olimpia Milano Stefano Tonut si è espresso ai microfoni del “Corriere dello Sport” in merito alle proprie sensazioni in vista dell’imminente competizione internazionale. 

“Io sono ottimista. Al preolimpico, ad esempio, ero uno di quelli che ci credeva e i fatti mi hanno dato ragione. Credo che il potenziale che abbiamo sia ancora inesplorato. L’errore più grosso sarebbe sottovalutare gli avversari, perché il Mondiale è un torneo particolare e già dalla prima gara con l’Angola dovremo farci trovare pronti per non commettere passi falsi. La nostra è una squadra che va in campo per divertirsi e far divertire. Contro la Nuova Zelanda avremo l’ultimo test prima di andare a Manila. Sono curioso e impaziente di giocare nell’impianto da 50.000 posti” ha esordito la guardia dell’Italbasket.

“Mi sento molto a mio agio in Nazionale. Tutti abbiamo le doti per fare canestro. Una nostra caratteristica è che siamo equilibrati e compatibili l’uno con l’altro. Credo che la vera arma sia la nostra versatilità. Ognuno ha dei compiti specifici, eppure tutti sono in grado di fare tutto in un sistema che si sta rodando sempre di più. E’ il motivo per cui difendiamo fortissimo, cambiamo su tutto in maniera aggressiva, corriamo e riusciamo a sopperire alla mancanza di centimetri con le nostre doti” ha proseguito l’ex giocatore della Reyer Venezia.

In conclusione Stefano Tonut si è espresso in merito al suo rapporto con l’head coach della Nazionale Gianmarco Pozzecco: “In ogni giorno passato con lui c’è qualcosa da imparare, dentro o fuori dal campo. Quando dice che siamo i suoi dodici figli maschi che non ha avuto, non scherza. Lo abbiamo visto soffrire dopo le sconfitte, così come difenderci dalle ingiustizie e le critiche. Ci fa sentire protetto e ci trasmete grande fiducia. Ha creato un’empatia assoluta con tutto il gruppo. Tuttavia non è tutto rose e fiori, perché se deve rimproverarci è molto duro. Lui pretende che ognuno esegua al meglio il proprio compito”.

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