Il romano ha concluso nel migliore dei modi un ottimo 2025 e ha le idee chiare per il prosieguo della sua carriera.
Sono ancora giorni di grande festa per Flavio Cobolli, dopo la vittoria contro Jaume Munar di domenica a Bologna che ha regalato all’Italia la sua quarta Coppa Davis complessiva, terza consecutiva. Un successo arrivato nonostante le assenze di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, sul quale Cobolli è tornato nel corso di un’intervista al Corriere della Sera.
“Ho temuto la figuraccia. Letteralmente – ha spiegato -. Ma con la maglia azzurra addosso le figuracce non sono ammesse. Non succederà mai. A Bologna sono stato costretto a trasformare gli ostacoli in risorsa. Per due volte, ho capovolto situazioni molto negative. In questo sì, ho stupito anche me stesso”.
Dopo il trionfo in Davis, Cobolli è pronto per la svolta definitiva: “Sto maturando per gradi, senza fretta e senza strappi, come piace a me. La mia idea di dove vorrei arrivare ce l’ho chiara, nei top 10. Non so quando, non so bene come, ma a questo punto l’asticella va alzata. Per stare dietro a Jannik e ai top player sono chiamato a colmare le mie debolezze. La mia carriera finora è avanzata a piccoli passi”
Classe 2002, nato a Firenze ma cresciuto a Subiaco, nell’area metropolitana di Roma, Flavio Cobolli ha vinto oltre alla Coppa Davis 2025 anche l’argento alla Hopman Cup, competizione per squadre nazionali miste, pochi mesi prima a Bari. Individualmente vanta invece due titoli, vinti sempre quest’anno a Bucarest e Amburgo. A livello di Slam il suo miglior risultato è il quarto di finale raggiunto a Wimbledon, sempre in un 2025 per lui da sogno.