Paolo Di Canio vede un parallelo tra Luciano Spalletti e Jürgen Klopp

Articolo di Ernesto Villa

"Sono ‘animali’ da area tecnica, da lavoro continuo, non da nazionali e gestione a distanza" afferma.

Cosa si può fare per convincere Jürgen Klopp a tornare ad allenare? Sportal.it lo ha chiesto a Paolo Di Canio, che per Sky nel giorno di Natale racconterà il dietro le quinte di uno dei top match del campionato più spettacolare del mondo, la Premier League, nel suo “Di Canio Premier Special – Chelsea vs Arsenal – Inside a London derby”.

“In realtà, forse non serve fare molto – ha raccontato -. Quando sei stato Jürgen Klopp, lo resti per tutta la vita. Guardando alcune grandi squadre internazionali che oggi faticano a essere protagoniste, non è difficile immaginare che dopo uno o due anni sabbatici possa tornare in panchina”.

“È ancora troppo giovane per smettere davvero –ha aggiunto l’ex attaccante -. È mentalmente fresco, sta bene fisicamente ed è un allenatore che vive il campo anche dal punto di vista emotivo, con grande coinvolgimento diretto con i giocatori, oltre alla qualità tattica e alla sua idea di calcio. Per questo credo che prima o poi lo rivedremo ad allenare. È vero che in questo momento sembra apprezzare un ruolo diverso, più manageriale, ma la panchina resta nel suo DNA”.

“Io però faccio fatica a vederlo come commissario tecnico di una nazionale. Klopp è un allenatore da club, uno che lavora ogni giorno con i suoi giocatori, che costruisce un rapporto empatico forte, fatto di fiducia, confronto, anche di tensione quando serve. È capace di richiamarti duramente se sbagli, ma poi di abbracciarti e sostenerti perché crede in te. La nazionale, invece, non ti permette questo tipo di lavoro quotidiano. Vedi i giocatori ogni due o tre mesi, non hai il tempo di creare quel legame profondo, quella sensazione di famiglia che poi si ricompone e va tutta nella stessa direzione. Allenatori così, molto di campo e di lavoro giornaliero, come Klopp o Spalletti, sono ‘animali’ da area tecnica, da lavoro continuo, non da gestione a distanza” la conclusione di Di Canio.

Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Bergamo, collabora con Sportal.it dal 2018 coordinando il lavoro sui social e non disdegnando le trasferte. È tra i fondatori di un'associazione giovanile che organizza eventi in provincia di Milano. Ha gusti musicali discutibili.

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