Trieste: lettera aperta di Ghiacci a tesserati e tifosi

Il presidente dell’Allianz Pallacanestro Trieste Mario Ghiacci ha inviato una lettera aperta a tesserati e tifosi in questo momento critico della pallacanestro italiana, dopo la sospensione definitiva della Serie A: “Il 7 aprile la FIP ha dichiarato ufficialmente terminato il campionato di basket 2019-2020. La nostra stagione però non è ancora conclusa. Come ogni sportivo sa, il nostro dovere è, dopo uno stop, ripartire immediatamente. E noi siamo qui, pronti. Pronti a trovare soluzioni, a ripartire come e quando sarà possibile”.

“Allianz Pallacanestro Trieste si è rivelata una grande squadra, anche negli uffici. Un mese fa ho chiesto a tutti i nostri collaboratori – e mi riferisco a chi lavora nell’organizzazione, nella comunicazione, nella gestione – un taglio del 30% degli stipendi: tutti hanno detto di sì senza esitazioni. Abbiamo tutti accettato di ricevere uno stipendio ridotto del 30%, ma questo ci consente di andare avanti assieme, tutti. Oggi ho definito anche un accordo per la riduzione dei compensi con gli allenatori della Prima squadra, trovando totale disponibilità”. 

“E per questo voglio ringraziare tutti pubblicamente. Una macchina organizzativa unita, un passo indietro che è già slancio per ripartire. In queste lunghe settimane si è fermata l’attività sportiva, ma non quella amministrativa e di comunicazione: abbiamo dovuto gestire la situazione con i giocatori che chiedevano di poter rientrare nei rispettivi Paesi, predisposto progetti e comunicato con voi, anche con l’aiuto dei giocatori stessi, che hanno messo a disposizione il proprio tempo e quei talenti che li contraddistinguono anche fuori dal parquet. Il risultato è che c’è qualcosa di forte che ci unisce, e non lasceremo che tutto ciò venga disperso”. 

“Un anno fa la società viveva un momento difficile e incerto, diverso da quello attuale ma altrettanto rischioso per il suo futuro. Grazie all’impegno dei soci locali, a una nuova proprietà e gestione, ai nostri sponsor, ai nostri grandi tifosi, abbiamo trovato un nuovo equilibrio, solido e promettente per il futuro. Oggi ci ritroviamo tutti assieme in una crisi senza precedenti e in un contesto che ci obbliga a ripensare non solo al basket, ma a tutti gli aspetti della nostra vita. Non per questo ci arrendiamo”. 

“Abbiamo definito delle priorità: mettere in sicurezza la società, difendere i posti di lavoro, riprendere – quando sarà possibile – a giocare, rimettendo in moto tutta la macchina organizzativa e sportiva. Abbiamo però bisogno che si verifichino alcune condizioni: il supporto e la fiducia dei nostri partner, degli sponsor e dei nostri tifosi; regole certe dal punto di vista sanitario e dal punto di vista sportivo; il supporto del sistema pubblico, perché come tutto il sistema produttivo necessitiamo di avere garanzie e sostegni. Ci sono molte cose da riordinare: a partire dalla regolazione dei contratti e rapporti economici con i giocatori relativamente alla attuale stagione, sia quelli che sono qui a Trieste, sia quelli che hanno chiesto di rientrare nei rispettivi Paesi e con i quali stiamo dialogando”.

“Uno sportivo ragiona per priorità. E io oggi qui dico una cosa che sembra scontata ma non lo è affatto: prima la salute. Dobbiamo tornare a giocare di fronte al nostro pubblico garantendo la salute di tutti. Questo è l’obiettivo da raggiungere. Abbiamo quindi bisogno, prima di tutto, di protocolli e regole. Prima il sistema sarà in grado di dare protocolli e regole – per il mercato, per giocare, per la gestione dei palazzetti, per la fruizione da parte del pubblico – prima potremo disegnare il business plan, e prima potremo ripartire in sicurezza: sicurezza sanitaria e sicurezza economica. Poiché il sistema del basket italiano aveva, come naturale, anche qualche problema e qualche asimmetria, questa può essere l’occasione per migliorare e correggere le debolezze che si erano evidenziate in passato. Ma servono decisioni: unanimi, chiare, con tempistiche corrette”.

“Questo è con molta semplicità e senza giri di parole il nostro piano. Poi ci siamo noi: agguerriti, pronti a combattere per la nostra passione, preoccupati – certo – ma con una grinta da leoni in gabbia. Vogliamo tornare a sentire il pallone rimbalzare all’Allianz Dome. Vogliamo sentire i cori e gli applausi dei nostri tifosi, vogliamo tornare a vivere di e per la pallacanestro. Ci vorrà tempo, ci vorrà coraggio: noi non abbiamo paura. Siamo già caduti e ci siamo già rialzati, e non una volta. Ora rialziamoci assieme: lo sport è una metafora di ogni aspetto della nostra vita. Alleniamoci assieme. Alleniamo il corpo, alleniamo la mente, facciamo schemi, strategie. Ai nostri sponsor chiedo fiducia, disponibilità a progettare assieme. Ai nostri giocatori chiedo responsabilità ed entusiasmo. Ai nostri tifosi chiedo amore. Tanto e incondizionato amore”.

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