Andrea Pecchia in rampa di lancio

Riparte di slancio e riparte sul parquet la settimana di Cantieri Aperti 365 che nella sua prima video-chat della settimana ha avuto come ospite Andrea Pecchia, ala della Pallacanestro Cantù. Classe 1997 è certamente uno dei giocatori in rampa di lancio del basket italiano, pur dopo solo una stagione (neanche completa) nella massima serie. “Sono soddisfatto della prima stagione in Serie A – ha detto l’ala che gioca con il numero 32 – mi sono trovato subito in un bell’ambiente, è stato fondamentale perché mi ha dato subito la giusta fiducia e giusto coinvolgimento. Molto importante è stato il rapporto con coach Pancotto, sentire la fiducia dell’allenatore che ha il maggior numero di panchine in Serie A è un qualcosa che mi ha subito tranquillizzato”.

Dopo lo scudetto vinto da ragazzo a fare il 12esimo con Milano, questo è stato l’anno del suo primo vero impatto con la Serie A: “Cambia totalmente rispetto alla A2 e non solo perché ci sono più americani. La cosa che noto dopo ogni step di crescita che faccio è che l’area diventa sempre più piccola, così devi trovare dei modi per fare canestro sempre più complessi. La difficoltà più grande è quella di abituarsi a questa grande fisicità”.

Il suo trampolino di lancio sono state le 3 stagioni a Treviglio con coach Vertemati: “Per me è stato un passaggio fondamentale perché per me era la prima vera esperienza a livello senior. Vertemati mi ha decisamente aiutato a crescere, anche dal punto di vista mentale. Anno dopo anno mi sono guadagnato la fiducia, fino alla cavalcata dello scorso anno. E’ nato un rapporto speciale, se ho bisogno di un consiglio glielo posso ancora chiedere”. La ricetta per la crescita in fondo è facile: “Penso che a quest’età un giovane debba giocare, non basta allenarsi ad alto livello perché la partita è totalmente diversa. E poi deve avere la possibilità di sbagliare”.

Così sta nascendo un giocatore che negli States definirebbero come un “glue guy”: “E’ quello che amo fare. Magari non faccio 30 punti a partita, ma se vedi il tabellino sporco sempre tutte le caselline. Cerco sempre di rendermi utile. Non mi faccio problemi a dire la mia con nessuno, che sia americano o un giovanotto Mi dicono che sono duttile, cerco di fare sempre quello che serve alla squadra”.

Al PalaDesio quest’anno hanno imparato ad apprezzarlo sicuramente e anche l’ambiente canturino è stata una marcia in più: “E’ un ambiente incredibile, vivo di queste cose, mi danno tanta energia e forza per fare una giocata in più. Ho scelto Cantù anche per il pubblico, mi carica molto la pressione che c’è all’inizio e la trasformo in voglia di giocare. Un peccato che il campionato sia stato interrotto perché ci saremmo giocati l’accesso ai playoff, ma se non si poteva fare diversamente”.

Guardando al futuro Pecchia vuole scalare ancora scalino verso l’alto: “L’obiettivo è di provare a fare uno step in più rispetto all’anno prima, migliorare un aspetto tecnico che può essere quello del tiro da 3 punto per diventare ancor più completo. E poi, tra qualche anno, quando sarò pronto, ho un sogno: quello di provare a giocare in Eurolega”.

Oltre all’esordio nella Nazionale maggiore: “Ovviamente, perché sono stato davvero sfortunato a febbraio visto che quando sono stato convocato ho dovuto rinunciare per un problema alla caviglia”.

Anche se l’azzurro Andrea Pecchia lo conosce bene visto che è stato capitano della Nazionale ai Mondiali Under17 a Dubai nel 2014: “Un’emozione incredibile, il giorno che mi hanno detto che sarei stato nei 12 è stato uno dei momenti che ricordo con più piacere della mia carriera. E se poi penso che in quella competizione c’erano anche Jayson Tatum e Malik Newman con gli USA e Isaac Humphries con l’Australia è ancora più piacevole il ricordo di essermi confrontato con i migliori al mondo”.

Mercoledì 22 aprile alle 18.30 si rimane in Lombardia per il prossimo appuntamento con Cantieri Aperti 365, questa volta l’ospite di turno sarà Brian Sacchetti, ala della Leonessa Brescia.

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