Simone Tartarini, coach di Lorenzo Musetti, rievoca i primi match contro Jannik Sinner e Carlos Alcaraz

Articolo di Martino Davidi

Il coach del 23enne di Carrara racconta di quando il suo allievo da ragazzino incrociava già le strade di quelli che ora sono i due migliori tennisti del mondo.

Simone Tartarini, storico coach di Lorenzo Musetti, è contentissimo per l’approdo del suo allievo alle ATP Finals di Torino, traguardo che inseguiva da tanto tempo. Il tecnico spezzino ha anche rievocato i tempi in cui allenava il toscano di Carrara, allora ragazzino di belle speranze, e la sua strada si incrociava con quelle di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.

“Siamo strafelici di essere qui – racconta Tartarini all’Adnkronos – era un obiettivo per Lorenzo e ce l’abbiamo fatta. È stato un percorso incredibile. In mezzo c’è stata una medaglia olimpica a Parigi, una Coppa Davis, anche partite meno belle. Adesso ci siamo ed è bellissimo, ma non è un punto d’arrivo. C’è tanto lavoro da fare e lui ha consapevolezza di essere un giocatore forte”.

“Lorenzo era sereno dopo la sconfitta contro Taylor (Fritz, ndr). Sapeva di essere un po’ stanco dopo Atene, speravamo di riuscire a sopperire con tutto l’entusiasmo che si respira in città ma ha trovato un Fritz in grande forma. Mi ha impressionato, è stato solidissimo a livello di servizio e di risposta e ha dato poche chance a Lorenzo. Ha giocato meglio. I consigli per il match con De Minaur? Essere sereno e allo stesso tempo aggressivo, giocare al massimo e avere pazienza. Non deve farsi prendere dalla frenesia di dover vincere per forza”.

“In questi giorni, Torino è una grande festa. Certe volte non riusciamo a goderci in pieno il viaggio fatto perché siamo sempre di corsa e concentrati, però ogni tanto ci fermiamo e guardiamo indietro. Siamo qui, con i migliori al mondo, ragazzi cresciuti insieme a noi. A cominciare da Jannik, che ricordo da ragazzino nei primi tornei contro Lorenzo. Giocarono contro per la prima volta alla Coppa Lambertenghi, da Under 12. E conosciamo Alcaraz e il suo staff da quando Carlos aveva 14 anni. Ogni volta che ci vediamo in giro per il circuito ricordiamo i vecchi tempi tra i sorrisi. Prima giocavamo con leggerezza e c’era giusto un po’ di pressione in meno”.

Grande appassionato di sport, è stato un discreto lanciatore di peso ma ha dovuto smettere per problemi ai tendini. Ciò non gli ha impedito di mantenere i legami con il magico mondo dell’atletica. Gli piace scrivere, ma anche leggere: il suo autore preferito è Stephen King e spera di poterlo incontrare un giorno.

TG SPORT

Articoli correlati