In semifinale alle ATP Finals è arrivata la sconfitta numero tredici in altrettanti scontri diretti fra l'australiano e Jannik Sinner.
Tredici incontri, tredici sconfitte. Il bilancio degli scontri diretti con Jannik Sinner è impietoso per Alex de Minaur, con l’australiano che, al di là di qualche set vinto qua e là, non è mai davvero riuscito a impensierire l’altoatesino e non ci è riuscito nemmeno in semifinale alle ATP Finals, dove Sinner ha conquistato il successo prendendo il volo dalla parte conclusiva del primo set fino al termine dell’incontro.
“L’ho incontrato tante volte – ha spiegato l’australiano in conferenza stampa – e anche se non saranno in molti a pensarlo, io saprei anche come batterlo. C’è però solo un problema: non è semplicissimo! Per battere Sinner bisogna colpire molto forte e molto piatto, con la pallina che deve andare vicina alle righe: io ci provo sempre, ma non è facile”.
“Per avere una possibilità di interrompere questa serie contro di lui, il mio servizio deve essere efficace per tutta la partita – ha poi aggiunto De Minaur -. Oggi, invece, è un po’ calato alla distanza e quando succede lui ne approfitta con il suo gioco. La sua capacità in fase di risposta è eccezionale, se non si serve bene sono guai contro di lui”.
“Il problema, contro Sinner, è l’effetto valanga – ha continuato, sullo stesso tema, l’attuale numero 7 della classifica ATP, qualificatosi in semifinale a scapito di Taylor Fritz e Lorenzo Musetti, nel girone che ha promosso anche Carlos Alcaraz -. Tu sei lì e il match sembra equilibrato, poi fa un break, un altro, e ti ritrovi a cercare di evitare un 6-0. Come giocatore è impressionante, non credo di essere il primo a dirlo”.