Adriano Panatta spiega il segreto di Matteo Berrettini

“Sorpresa? Direi di no” ha detto l’ex campione.

Adriano Panatta ha parlato in un’intervista rilasciata a ‘Il Messaggero’ dell’impresa di Matteo Berrettini, che battendo Hurkacz in semifinale ha conquistato l’accesso all’atto conclusivo di Wimbledon, dove affronterà Novak Djokovic.

“Se vo visto la partita? Sì, tutta. Bellissima, entusiasmante. E quando è finita è iniziato a squillare il telefono – ha detto il vincitore del Roland Garros 1976 -. Penso che sia un meraviglioso campione. E quanto è cresciuto, mamma mia!”.

Il segreto di Berrettini, secondo Panatta, è nell’approccio mentale. “Non sono sorpreso – ha spiegato -. Quando si arriva a certi livelli si piglia energia da se stessi. Più si vince più si è consci di quanto si vale. E si vince ancora di più. E’ sempre andata così. Per questo non mi sorprendo quando lui dice: so che questo è il mio livello. La consapevolezza di ciò che si vale è tutto nella vita”.

L’avversario in finale è però un ostacolo sulla carta assai difficile da superare. “Come Nole non c’è nessuno – ha confermato Panatta -. Però so cosa Matteo non dovrà fare. Sia in campo sia nelle ore che precedono l’incontro: farsi prendere dall’ansia. Dai pensieri che si accavallano. Molti dei quali, appunto, possono indurre l’ansia. In tutto il torneo, ma soprattutto nella semifinale contro Hurkacz, il segreto di Matteo è stato confidare nei suoi colpi forti che sono servizio e dritto. Sapendo che avrebbero potuto portarlo alla vittoria. Ha fatto tutto ciò che doveva fare. Quando ha perso il terzo set in modo rocambolesco mica si è perso d’animo. Ha ricominciato a giocare come prima e i fatti gli hanno dato ragione”.

Un altro importante consiglio è invece legato all’approccio in campo: “Contro Djokovic l’unica strategia possibile sarà ripetere tutto quello che ha messo in essere fino ad oggi. Poi il campo emetterà i suoi verdetti. Ma una verità l’abbiamo già davanti agli occhi. Matteo è un grande”.

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