Michael Schumacher e l’ultimo podio in F1: com’è oggi il circuito di Valencia

Articolo di Marco Enzo Venturini

Nel 2012 qui Michael Schumacher arrivò terzo nell'anno del suo ritiro: da allora la F1 ha abbandonato il circuito, che oggi si presenta così.

Per un appassionato di Formula 1 è sempre un colpo al cuore vedere una pista che ha ospitato in passato gare più o meno storiche in stato di abbandono. Soprattutto se si tratta di un circuito che ospitò uno degli ultimi exploit della carriera di Michael Schumacher nel Circus. Per la precisione: il terzo posto che nel 2012 fissò il suo totale di podi conquistati a quota 155. Eppure proprio questo è l’amaro destino del Valencia Street Circuit, che proprio quell’anno ospitò l’ultima tappa iridata di un campionato di F1 e da allora si è trasformato in una vera e propria “pista fantasma”. Capace di creare non poca malinconia.

Basta percorrerne le strade oggigiorno. Curve e rettilinei del circuito cittadino di Valencia, che per cinque anni furono teatro delle sfide tra Fernando Alonso e Sebastian Vettel, Lewis Hamilton e Felipe Massa, Kimi Raikkonen e Nico Rosberg, oltre che dal già citato Michael Schumacher, oggi sono silenziose e desolate. Ancora si possono scorgere alcune stampe sbiadite di sponsor e scritte dell’epoca, mentre l’asfalto è ormai crepato e i cordoli ospitano la vegetazione che spontaneamente è cresciuta da quel lontano 2012. E secoli sembrano passati da quel 2007 in cui, dopo i fasti dell’America’s Cup, la Formula 1 decise di assegnare il Gran Premio d’Europa a questo tracciato che pareva avveniristico.

Fu così già dal 2008, quando Felipe Massa vinse su Ferrari il primo Gran Premio che la Formula 1 corse a Valencia. E da un lato il pubblico adorò il fatto che le monoposto dovessero attraversare anche il ponte mobile progettato dall’archistar Santiago Calatrava in una curva che era spettacolare guardare in tv. Dall’altro gli stessi piloti si lamentarono subito per la poca sicurezza del circuito, in particolare per scarsa aderenza. Polemiche che accompagnarono il tracciato iberico fino al già citato 2012. Gara memorabile per i fan del Cavallino, con Alonso primo e due storici amici di Maranello a completare il podio (Raikkonen secondo e Schumacher, come detto, terzo). Ma caratterizzata da incidenti, sospensioni e polemiche.

Fu quello il canto del cigno del Valencia Street Circuit, che dal 2014 si sarebbe dovuto alternare con Montmelò per ospitare il Gran Premio di Spagna. Per ragioni finanziarie, però, non se ne fece nulla. E, a differenza di altre piste che hanno ospitato altre categorie dopo aver salutato la Formula 1, nessuno tornò a correre in campionati ufficiali su un tracciato che da modernissimo si tramutò in obsoleto nel giro di pochi mesi.

Oggi non ci sono segnali di possibile nuova vita per il circuito cittadino di Valencia, che anzi è stato parzialmente vittima anche di atti di saccheggio e vandalismo da parte dei “soliti ignoti”. La cui mancanza di rispetto è ancora più desolante pensando che proprio qui Michael Schumacher ebbe modo di salutare per l’ultima volta il mondo da un podio. Una scintilla isolata nel suo amaro triennio in Mercedes, al netto di una pole position a Monte Carlo vanificata per squalifica. E vederne nel frattempo le strade abbandonate e in parte distrutte rappresenta un’immagine tanto potente quanto straziante sul tempo che passa.

Giornalista iscritto all'Albo dei Pubblicisti della Lombardia, ha iniziato la sua collaborazione con Sportal.it nel 2012 intervallandola con altre importanti esperienze in ambito sportivo e non solo. Laureato in Scienze Giuridiche, ha scritto di politica, economia, ambiente e legge. Ma calcio, F1 e wrestling restano la sua isola felice.

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