
Flavio Briatore parla chiaro sull'ipotesi di lasciare la sua Alpine per la Ferrari, rilevando Frederic Vasseur nel ruolo di Team Principal.
Flavio Briatore in Ferrari è una prospettiva destinata a non concretizzarsi. Quantomeno non in tempi brevi, e soprattutto non presentando il dirigente piemontese al posto di Frederic Vasseur, team principal del team di Maranello dal 2023 (anno in cui prese il posto di Mattia Binotto). E a confermarlo è stato proprio l’uomo che in Benetton e Renault accompagnò i primi grandi successi di Michael Schumacher e Fernando Alonso. E che, attualmente, lavora in Alpine come supervisore esecutivo.
Intervenuto ai microfoni di RadioRai nella trasmissione ‘La Politica nel Pallone’, Briatore è stato chiaro sull’eventualità di lavorare in futuro per il Cavallino. “Io sono a Londra con il mio team, e già ho a che fare con i miei problemi. Prima o poi la Ferrari sarà in grado di risolvere i suoi – ha tagliato corto -. Poi conosco bene Fred Vasseur, e posso dire che è una persona di grande competenza”.
La ricetta di Briatore per vedere nuovamente le Rosse ai vertici della Formula 1, invece, è ben altra: “Per tornare a vincere, la Ferrari deve mettere a punto una macchina competitiva. Quest’anno, molto semplicemente, non ce l’ha. Anche perché gli unici veramente forti in questa stagione sono quelli della McLaren”.
Briatore, uomo Benetton sin da metà anni ’80, entrò in Formula 1 proprio al seguito dell’omonimo team nel 1988. Negli anni successivi divenne prima direttore commerciale e poi direttore esecutivo. Ormai boss della scuderia anglo-italiana nel 1994 e 1995, in quegli anni festeggiò la conquista dei primi due titoli iridati di Michael Schumacher. Divenne poi anche proprietario della Ligier, successivamente venduta a Tom Walkinshaw. Abbandonata la squadra nel 1997, tornò a bordo nel 2001 come direttore esecutivo dopo il cambio di denominazione in Renault. Lasciò il suo ruolo nel 2009, per poi fare nuovamente ritorno nel 2024 nell’attuale Alpine.
Il dirigente piemontese, nel frattempo, è completamente concentrato sulla rivoluzione in corso in Alpine. Dopo essere tornato nel team francese nel 2024 come consulente esecutivo, Briatore ha assunto anche il ruolo di team principal in seguito alle dimissioni di Oliver Oakes nel maggio scorso. La sua nomina ha rappresentato una svolta significativa per la scuderia transalpina, che ha attraversato un periodo difficile con soli 7 punti conquistati nelle prime gare della stagione 2025 prima del suo arrivo.
Uno dei primi interventi della gestione Briatore è stato il rinnovo a lungo termine di Pierre Gasly, che ha esteso il suo contratto con Alpine fino alla fine della stagione 2028. Il pilota francese, vincitore del GP di Monza nel 2020, ha firmato il prolungamento proprio a Monza a inizio settembre, dimostrando fiducia nel progetto guidato dall’imprenditore italiano. “Pierre è stato una risorsa immensa per il team durante questo periodo difficile”, ha commentato Briatore, sottolineando l’importanza di avere confermato il pilota principale per il futuro.
La rivoluzione Alpine ha visto anche l’arrivo di Franco Colapinto, che ha sostituito Jack Doohan al volante della seconda vettura nel corso della stagione 2025. L’argentino, reduce dall’esperienza in Williams, ha corso per il team di Flavio Briatore da maggio in poi, raccogliendo però da allora ben poche soddisfazioni e nemmeno un punto in classifica. Colapinto, che era entrato in Alpine come pilota di riserva a gennaio con un contratto pluriennale, rappresenta comunque uno dei talenti su cui Briatore punta per il rilancio della scuderia.
Le ambizioni di Briatore per Alpine sono chiare e ambiziose: “Nel 2026 vinceremo le gare e andremo sul podio”, aveva dichiarato nel luglio 2024, evidenziando la necessità di trasformare il team da “corporate piena di burocrazia” a “squadra corse”. Con i pieni poteri ricevuti dal presidente Luca de Meo, l’ex boss di Benetton e Renault sta lavorando per riportare Alpine ai vertici della Formula 1, forte dell’esperienza che lo ha già portato a conquistare quattro titoli mondiali nella sua carriera manageriale.