Il Parma e un futuro da programmare

Smaltita l’euforia della festa, il Parma è tornato ad allenarsi in vista della partita di domenica prossima al “Benelli” di Ravenna, primo appuntamento di un trittico che porterà i crociati a chiudere la stagione affrontando solo squadre romagnole, con due trasferte: l’ultima giornata sarà infatti sul campo della Sammaurese, dopo aver salutato i tifosi del “Tardini” ospitando il Bellaria il 1° maggio.

Gigi Apolloni non vuole sentir parlare di rilassamento, perché c’è una serie di primati da mantenere, dal numero dei gol subiti, appena 15, fino ovviamente alle 0 sconfitte, traguardo mai raggiunto e che permetterebbe di eguagliare quanto fatto un anno fa dalla Maceratese.
 
Pensando alla stagione da protagonisti che i marchigiani stanno vivendo in Lega Pro, ci sarebbe quindi anche l’aspetto scaramantico, un motivo in più per stare in tensione, anche in vista del terzo e più importante obiettivo, conquistare lo scudetto dilettanti nella poule che si giocherà a fine stagione con le vincitrici degli altri gironi, tra cui nomi illustri come Piacenza e Sambenedettese.
 
Al momento allora il futuro del Parma “scade” il 5 giugno, data della finale-scudetto che tutti si augurano di giocare (la fase finale si giocherà proprio a Piacenza). Parlare di cosa potrà succedere dopo è infatti tabù.
 
Da Scala a Apolloni fino a Lucarelli, le parole “Lega Pro” al momento sono impronunciabili, o quantomeno lo si può fare con molta prudenza. “Vogliamo vincere anche in Lega Pro, ma non sarà facile” si è cautelato Lucarelli. “Ai tifosi chiedo pazienza per il futuro, adesso festeggiamo” ha invece detto Scala. Qualcosa va evidentemente ancora messo a punto, a livello di strategie e a livello economico. Perché dalla D alla ex Serie C cambia tutto: niente più contratti annuali e soprattutto una concorrenza più agguerrita e qualificata.
 
Oltre che, novità del giorno, l’introduzione delle squadre B, magari in sostituzione delle formazioni da ripescare in caso di mancate iscrizioni: non è da escludere, quindi, che sulla strada dei crociati tra pochi mesi ci siano le seconde squadre di Inter, Juventus o Milan, composte da giovani e non solo, che però non concorrerebbero alla promozìione. Un’autentica rivoluzione.
 
Ma se il Parma non ha avuto rivali in quarta serie, da agosto i crociati non saranno più visti come la corazzata da battere, ma semplicemente come una squadra accreditata a stare in alto. I colloqui tra la dirigenza e la proprietà sono già partiti, il budget di massima è già stato stanziato, ma il mercato sarà impegnativo. E nella costruzione della squadra, sarà fondamentale anche rispettare gli equilibri dello spogliatoio, facendoli andare d’accordo con le esigenze tecniche.
 
Perché due dei quasi sicuri partenti, Christian Longobardi e Matteo Guazzo, sono amatissimi dai compagni e, nel primo caso, anche dai tifosi. Eppure entrambi sono ricercatissimi dal Varese, altra nobile decaduta, e imbattuta, promossa dall’Eccellenza.
 
“Sarò per sempre grato a questa dirigenza. Penso che dopo tanti anni di Lega Pro, un’occasione simile io me la sia meritata, ma li ringrazierò sempre per come si sono comportati con me” ha detto Longobardi, mai sopra i 15 gol nei 9 campionati giocati tra C1 e C2. Ma se un Longobardi facesse più “gruppo” di un Gilardino?

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