Boni e quella domanda scomoda

Il Parma disfa a Brescia quanto fatto contro il Novara, cade ancora in trasferta e si allontana forse irrimediabilmente dalla lotta per la promozione diretta.

Meglio puntare a difendere il posto ai playoff, impresa comunque non semplice secondo il pensiero di Enrico Boni, che nella sua consueta rubrica per Sportal.it punta ancora il dito contro l’allenatore:
“Non voglio ripetermi, ma devo farlo. Non si vedono miglioramenti, ma solo passi indietro. Il Brescia non è la Cremonese, mi ero quasi illuso che si potesse vincere contro una squadra che di partite ne ha vinte sei, due delle quali contro di noi e invece niente da fare. Quando sento l’allenatore dire ‘manca grinta’ io trasecolo. Ma chi deve darla la grinta? Quando gli si dice che è stata fatta una campagna acquisti sontuosa a gennaio fa delle strane facce. Ma chi li ha avallati certi acquisti? Cosa ci sta a fare. La verità è che possiamo perdere con tutti, questa squadra ha una media di un punto a partita da tre mesi, tutte hanno alti e bassi, solo il Parma ha un passo regolare. La promozione diretta è andata, se va bene si arriverà quinti o sesti, ma se non si cambia il motore non si va da nessuna parte”.

D’Aversa primo colpevole, quindi, ma secondo Boni i veri problemi sono a monte: “Io sono sempre stato contrario alle proprietà straniere, penso che i padroni di una società italiana devono essere italiani o al limite stranieri, ma con presenza qui, come Tacopina a Venezia. Capisco che fino a giugno ci siano due poteri, ma da chi devo andare io per sapere della posizione dell’allenatore? Da Crespo?”

Il calendario non aiuta. Dopo il Perugia due trasferte consecutive ad Empoli e Salerno. Il tutto un girone dopo la prima crisi della stagione: “L’allenatore era da cacciare ad ottobre dopo quelle tre sconfitte di fila, ma la cosa strana è che nessuno mai neppure ne parla. Si discute di tutto, ma D’Aversa è intoccabile. Tutto questo è surreale”. 

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