Amato Ciciretti racconta la grande paura

Insieme hanno condiviso pochi mesi, ma felicissimi, coronati dalla festa di La Spezia quando, anche ad un gol dello stesso Amato Ciciretti, il Parma conquistò la promozione in Serie A, terzo salto di categoria consecutivo, evento mai successo nel calcio italiano.

Quel giorno né l’attaccante romano né Manuel Scavone avrebbero potuto immaginare quanto sarebbe successo poco dopo e che uno sarebbe entrato nella vita dell’altro in maniera decisiva.

Proprio Ciciretti, infatti, passato all’Ascoli, ha salvato la vita a Scavone, nel frattempo ceduto al Lecce, dopo il brutto scontro aereo tra il centrocampista e il bianconero Beretta.

Ciciretti e il capitano del Lecce Mancosu hanno compiuto il primo soccorso a Scavone, fondamentale in attesa dell’arrivo dell’ambulanza: “Subito dopo il contrasto aereo fra Beretta e Scavone non mi sono reso conto di quanto stava accadendo – ha detto l’ex Benevento – Stavo andando sul pallone, quando ho visto Scavone con gli occhi girati indietro. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella dargli due schiaffi per farlo riprendere, ma niente. Gli ho aperto subito la bocca, la mandibola era serrata e quando ci sono riuscito, mi ha dato due morsi”. 

“Ho provato a riaprirgli la bocca, tenendo indietro i denti e contemporaneamente Mancosu gli estraeva la lingua – prosegue il racconto – Sono rimasto molto colpito, ancor più perché con Scavone avevo giocato l’anno scorso a Parma, lo conosco. Gli ho mandato un messaggio di pronta guarigione”. 

Secondo Ciciretti il rinvio della partita è stato inevitabile: “Giocare con un compagno in condizioni così e, soprattutto senza sapere come si sarebbero evolute le cose, non era facile. Mi sono spaventato perché, con gli episodi accaduti negli ultimi anni, è impossibile non pensare a fatti simili. L’importante è che sia finito tutto per il meglio”.

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