Repesa e la ricetta per lo scudetto

Vigilia di finale scudetto in casa biancorossa. Domani si alzerà la palla a due della serie tricolore, con gara 1 al Forum di Assago tra l’Olimpia Milano e la Grissin Bon Reggio Emilia. Ormai la preparazione è finita, restano gli ultimi dettagli da mettere a posto, per poi scendere sul parquet. Le sensazioni e considerazioni di Jasmin Repesa, a poco più di 24 ore dall’inizio della finale.
 
Si affrontano le due squadre protagoniste per tutto l’anno, le uniche ad aver già vinto un trofeo e che hanno chiuso in testa alla classifica. E’ la finale più giusta?
“Loro hanno vinto la Supercoppa, noi la Coppa Italia e sono le prime due della stagione regolare: si affrontano le squadre che, con grande rispetto per tutti, hanno fatto più delle altre e meritano di giocare questa finale”.
 
Che finale si aspetta?
“In Italia è una serie diversa, rispetto ad altri paesi, perché si gioca ogni due giorni e si viaggia. Con tempi così stretti, la squadra con le maggiori energie fisiche e mentali e capace di mantenere più alta la concentrazione ha sicuramente un vantaggio importante. Conteranno anche le piccole cose, ma non saranno così determinanti”.
 
Reggio Emilia è una squadra lunga ed esperta, mentre voi potrete contare su una maggiore fisicità
“Loro sono una squadra profonda e, rispetto a tutti gli altri, hanno più italiani nelle rotazioni ed è un vantaggio. Noi abbiamo avuto quattro giorni per prepararla, per presentarci al meglio e vincerla”.
 
Le ultime tre partite di semifinale hanno visto un’Olimpia con pochi alti e bassi ed in vantaggio praticamente per tutti i 120 minuti. La squadra ha raggiunto la giusta continuità?
“Mi è piaciuta soprattutto molto la nostra prima vittoria a Venezia, dove abbiamo giocato con grande continuità: questo è quello che ci serve nei playoff ed, in particolare, in finale. Se riusciremo a restare così concentrati e ad avere la giusta energia mentale e fisica, sono molto fiducioso sulla vittoria”.
 
Sempre nelle ultime tre gare ha schierato sempre gli stessi dodici, con Jenkins (oltre a Barac) in panchina per il turnover. E’ una scelta anche per la finale oppure ci saranno cambiamenti ad ogni gara?
“Il turnover porta cose buone, ma anche altre negative. Quando si cambia la squadra bisogna avere giocatori mentalmente fortissimi, perché chi sta fuori può perdere un po’ di fiducia, anche se ovviamente è positivo avere dei giocatori in più, in caso qualcuno si faccia male. A me non piace il turnover, ma siamo in questa situazione e dobbiamo farlo. Non l’avremo sicuramente il prossimo anno, preferisco sei italiani rispetto a due stranieri che devono poi restare fuori”.
 
In collaborazione con basketissimo.com

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