Brian Sacchetti torna sull’epopea di Sassari

Si rimane ancora in Lombardia con la video-chat di mercoledì di Cantieri Aperti 365 che, in questa occasione, ha coinvolto Brian Sacchetti, ala della Leonessa Brescia e della nazionale azzurra.

Classe 1986 quest’anno è tornato protagonista ad alto livello in classifica con la sua Germani ed è proprio a Brescia che si trova in questo momento: “Sono rimasto a Brescia, vediamo un po’ come evolve dopo il 4 maggio. Adesso è ancora inutile spostarsi, tanto stare in casa da una parte o dall’altra cambia poco. Magari se si allenteranno un po’ le maglie di questa quarantena potremmo raggiungere casa nostra in Sardegna. All’inizio l’abbiamo presa anche come fosse una strana vacanza in mezzo alla stagione, ma poi ci siamo resi conto di quanto fosse invece pesante e complicata la situazione. Non c’erano alternative alla chiusura del campionato”.

Formalmente Brescia ha chiuso al terzo posto dopo circa 20 giornate di regular season: “Abbiamo fatto un ottimo percorso cambiando mentalità tecnica. La nostra fortuna è stato di avere uno zoccolo duro da cui partire e poi trovare uomini prima di figurine. Lo spogliatoio era molto legato, dove non c’era un nome che spiccava particolarmente, tutti sapevano che dovevano giocare bene per stare al meglio nel gruppo”. Coach Esposito è stato l’archittetto di questo gruppo dalla panchina: “E’ stato bravissimo, si è messo a disposizione di tutti fin dall’inizio, aiutando la coesione di gruppo. Prima non lo conoscevo personalmente, ma l’impatto ottimo, mi ha colpito la schiettezza che c’è stata subito. Abbiamo avuto un rapporto di collaborazione vera con un confronto continuo da ambo le parti”.

Una sua caratteristica è diventato quel tiro da tre in transizione che nelle ultime stagione ha spesso fatto esplodere il PalaLeonessa: “E’ un tiro che mi gasa, se c’è spazio io ci credo e mi da una bella scarica di adrenalina. Negli anni è diventata una mia caratteristica e poi con la qualità di passatori che ho in squadra è tutto più facile”. Un tiro affinato negli anni della gioventù a Castelletto Ticino a fare le gare da tre punti con Flavio Portaluppi (“Se non facevi almeno 9/10 da varie posizioni non vincevi mai”) all’esperienza proprio con suò papà che è iniziata in Piemonte: “E’ stata tosta a 17 anni, ogni tanto impazzivo, lui non mi perdonava nulla, ma con il senno di poi forse avrei dovuto essere più tranquillo. Ma lui capiva che ero un ragazzo all’inizio della carriera, ed è sempre stato un ottimo insegnante. Tuttora è sempre pronto a darmi consigli” Il legame Brian-Meo è legato a doppio filo all’epopea dello scorso decennio con Sassari quando vinse anche lo scudetto: “Dopo quella gara 7 ho pensato relativamente che eravamo riusciti a fare qualcosa di straordinario, era ancora troppo fresco. Sul momento sembrava anche solo di aver fatto il nostro lavoro, adesso invece riesco davvero a capire l’importanza per il movimento della pallacanestro in Sardegna. E man mano che passerà il tempo ancora di più”. Tanto che la Sardegna ormai è diventata la sua terra di adozione: “La Sardegna è diventata casa mia e non solo perché mia moglie è sarda. E’ una terra che mi ha subito accolto in un modo incredibile, ho legato tantissimo. Appena abbiamo tempo ci torniamo e anche adesso aspettiamo di vedere come evolve la situazione per poterci tornare presto”. Riferendosi al Mondiale che ha solo sfiorato lo scorso settembre invece Sacchetti è davvero onesto: “Ovvio che sia dispiaciuto perché è stato un percorso lungo che avevo intrapreso dall’inizio, ma sono orgoglioso di aver aiutato la squadra. Non sono ipocrita, a 33 anni mi sarebbe piaciuto davvero giocarlo, però conosco i miei limiti e sono sicuro che la scelta fatta sia stata corretta. Nel mio ruolo hanno giocato atleti che hanno fatto la storia del nostro basket di questi ultimi anni”.

E’ stata l’occasione anche di una sorpresa in diretta con Gianmaria Vacirca, ora dirigente a Cremona di papà Meo, ai tempi dirigente di Castelletto Ticino con il giovane Brian. E sfruttando il suo passato da giornalista lo ha incalzato sul futuro del nostro basket post epidemia: “Sicuramente ci sarà un ridimensionamento nel nostro sport, come in tutti gli altri. Sono un ottimista, spero che la situazione ci possa cambiare in meglio, se ci sarà un’unione di intenti si può ricominciare alla grande. Un’idea di bene comune rinnovata. Tutte le squadre possono venirsi incontro e cercare di far ricominciare il campionato nel modo più normale possibile”. Per chiudere la settimana Cantieri Aperti 365 tornerà oltre confine e sarà il turno della video-chat con Daniele Baiesi, direttore sportivo del Bayern Monaco. L’appuntamento sarà venerdì 24 aprile alle ore 18.30 sempre sulla pagina FB Cantieri Aperti 365.

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