Jannik Sinner va oltre i risultati sul campo: “Tutto accade per un motivo”

Articolo di Aldo Seghedoni

Nel corso della conferenza stampa post-semifinale delle ATP Finals, l'altoatesino si è lasciato andare anche a una profonda riflessione.

Concentrato e letale in campo, disteso e sorridente davanti ai cronisti: dopo la vittoria in semifinale contro Alex de Minaur alle ATP Finals, Jannik Sinner ha parlato in conferenza stampa provando a togliere la pressione chegli arriva dal disputare, tra l’altro da campione in carica, un’altra importante finale, a conferma di un 2025 comunque da ricordare, nonostante i mesi difficili della sospensione.

“Non ci sto pensando più – ha detto il fuoriclasse altoatesino, parlando proprio dello stop concordato con la Wada per il cosiddetto ‘Caso Clostebol’, che lo ha tenuto fermo da febbraio a maggio -. Ho fatto una stagione incredibile pur giocando pochi tornei e a prescindere da come sono partito, arrivando quasi sempre in finale”.

“Tutto accade per un motivo – ha aggiunto Sinner -. In primavera doveva andare così, al Roland Garros anche, ma forse tutto questo ha contrubuito a portarmi alla vittoria a Wimbledon. Anche più di recente, a Shanghai, ho avuto un problema ma magari è stata proprio quella difficoltà alla base del filotto di vittorie successivo”.

Sinner ha parlato, inoltre, della sua etichetta di ‘bestia nera’ di Alex de Minaur, visti i tredici successi dell’altoatesino in altrettanti scontri diretti: “Dicevano una cosa simile quando, fino a qualche tempo fa, avevo perso tutti gli scontri diretti con Medvedev. Poi però uno trova la chiave per fare bene contro quel giocatore e cambia tutto. Non si può mai partire già vincenti, bisogna essere concentrati in ogni momento, contro chiunque”.

Infine, una battuta sulla presenza del fratello sugli spalti e sull’assenza dei suoi genitori: “Sono contento che mio fratello sia qui a fare il tifo – ha affermato Jannik Sinner -. Mamma e papà non ci sono e non credo vengano domani: evidentemente hanno cose puù importanti da fare!” ha aggiunto il campione, con una risata a far capire la natura scherzosa delle sue parole.

Gli dicono tutti che è troppo elegante ma lui non crede sia vero. Ha sempre avuto una grande attrazione per la NBA ma l’altezza non l’ha mai supportato e così ha dovuto ben preso riporre il sogno nel cassetto di diventare un giocatore di basket professionista. Ma non considera che scrivere sia un ripiego, tutt’altro.

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