Massimo Gramellini drastico sul diverso trattamento tra Jannik Sinner e Lorenzo Musetti

Articolo di Aldo Seghedoni

Il giornalista del Corriere della Sera ne ha parlato nel suo ultimo "Caffè": "Lorenzo non si chiama 'Musetten'"

Massimo Gramellini è tornato a parlare di Jannik Sinner, rimarcando questa volta il differente trattamento di stampa, media, e social tra il numero uno del mondo e Lorenzo Musetti dopo la rinuncia di entrambi alla Coppa Davis. “La rinuncia di Musetti alla maglia azzurra non ha prodotto la grandinata di indignazioni che aveva suscitato, pochi giorni prima, l’analoga decisione di Jannik Sinner”, ha fatto notare il giornalista del Corriere della Sera nella sua rubrica “Il Caffè di Gramellini”.

“Non solo quasi nessuno gli ha rinfacciato la residenza a Montecarlo, ma molti sono apparsi comprensivi nei confronti della sua scelta (…), facendo finta di non ricordare che anche i motivi addotti da Sinner erano strettamente personali”.

Gramellini ha provato a spiegare da cosa dipende questa differenza di trattamento: “Credo dal fatto che Musetti si chiama Musetti e non Musetten. A un toscanaccio come lui nessuno chiede continuamente l’esame del sangue per certificare la sua italianità. Invece dall’altoatesino Sinner, come dall’afrodiscendente Egonu, si pretende ogni volta la prova d’amore. Tradotto: se Musetti rinuncia alla Nazionale è perché è stanco. Mentre se vi rinuncia Sinner è perché è straniero”.

“Per sentirsi accettato come connazionale, a un italiano di confine o di seconda generazione non basta essere italiano – ha concluso Gramellini -. Deve dimostrare continuamente di esserlo. Eppure, l’Italia è stata fatta da un fuoriclasse che di cognome faceva Cavour, e che parlava, e addirittura pensava, in francese”.

Gli dicono tutti che è troppo elegante ma lui non crede sia vero. Ha sempre avuto una grande attrazione per la NBA ma l’altezza non l’ha mai supportato e così ha dovuto ben preso riporre il sogno nel cassetto di diventare un giocatore di basket professionista. Ma non considera che scrivere sia un ripiego, tutt’altro.

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