Esonerato dalla Juventus, Igor Tudor incassa i messaggi di saluto e di riconoscenza da parte di Yildiz e Bremer, ormai suoi ex allievi.
Calciomercato Juventus: Igor Tudor non è più l’allenatore dei bianconeri, dopo aver pagato la sconfitta sul campo della Lazio con l’esonero. Eppure sono diversi i suoi ormai ex giocatori ad aver manifestato al tecnico croato il proprio sostegno. Tra loro spiccano Kenan Yildiz, numero 10 della squadra, e quel Gleison Bremer il cui infortunio ha contribuito alle recenti difficoltà della Vecchia Signora.
“Grazie di tutto, mister. Ti auguro il meglio per il futuro”, sono state le parole di Yildiz in un suo post sulle Instagram Stories. Quasi identica la scelta delle parole da parte di Bremer: “Grazie di tutto mister Tudor. In bocca al lupo per il futuro!”.
Secondo le ricostruzioni che hanno caratterizzato le prime ore successive all’esonero di Tudor, il tecnico croato paga una confusione tattica e di ruoli ormai diventata evidente, ma anche una gestione percepita come sempre più carica di giustificazioni e autoanalisi sterili. Per la società, quelle riflessioni continue sono apparse come una ricerca costante di alibi. Questione di “stile Juve”, verrebbe da dire.
Dopo la sconfitta sul campo della Lazio, le reazioni sono state veementi: dai tifosi furiosi sui social al malumore interno per alcune scelte, fino alle polemiche arbitrali. Ma dietro l’esonero del tecnico c’è molto di più. Secondo la Gazzetta dello Sport, l’assenza di risultati ha accompagnato quella di uno “stile” riconoscibile, riportando la memoria ai tempi difficili della gestione Maifredi. Verona come Como, come Madrid: arbitri nel mirino, calendario sotto accusa, troppe gare complicate una dopo l’altra. E in campo, dita puntate sui giocatori – l’ultimo, Cambiaso – accusati di non incidere più come un tempo.
La squadra, a parole, sembrava compatta. Nei fatti, molto meno. Tudor non è mai stato uno da compromessi: niente gioco di rimessa, niente palloni spazzati via, ma anche poca diplomazia nelle uscite pubbliche. E quell’etichetta da “traghettatore” della Juventus, sempre respinta ma mai del tutto cancellata, ha finito per pesare sul suo percorso.