Acerbi risponde a Spalletti: “Non resto dove non sono voluto”

Francesco Acerbi risponde a Spalletti: ‘Non resto dove non sono voluto’. La dura replica del difensore dell’Inter

È scontro aperto tra Francesco Acerbi e il commissario tecnico della Nazionale, Luciano Spalletti. A poche ore dall’annuncio del Ct sulla rinuncia del difensore dell’Inter alla convocazione azzurra, è arrivata una replica dura e diretta da parte del giocatore nerazzurro , attraverso un lungo post pubblicato su Instagram.

“Pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte” – ha scritto Acerbi, spiegando così la sua scelta di non rispondere alla convocazione per le prossime partite contro Norvegia e Moldavia, valide per le qualificazioni al prossimo Mondiale.

Spalletti, in conferenza stampa, aveva dichiarato: “Acerbi non ha risposto alla convocazione. Ha ripensato a ciò che è successo attorno a lui. Io lo avevo convocato per quanto fatto vedere in questo periodo. Stamattina via SMS mi ha detto di no”. Una dichiarazione che ha generato inevitabili polemiche, con Acerbi che ha voluto chiarire la sua posizione, sottolineando che la sua decisione non è dettata da rabbia o delusione per la finale di Champions persa, ma dalla sensazione di non essere più parte del progetto.

“Non cerco alibi né favori – ha proseguito il difensore – ma ho bisogno di serenità per continuare un percorso. Ho sempre dato tutto per la maglia azzurra, ma ora è giusto fare un passo indietro”.

Non si tratta di un addio definitivo, come specificato dallo stesso Acerbi, ma di una pausa necessaria per ritrovare equilibrio e dignità.

Questo il messaggio completo di Francesco Acerbi sul proprio profilo Instagram: Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me”.

Il difensore italiano ha proseguito dicendo: “ Tuttavia, ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti, non esistono ad oggi le condizioni per proseguire serenamente questo percorso. Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte. Non sono uno che si aggrappa a una convocazione. Ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero. Ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct.”

Concludendo dicendo: “Questa è la mia decisione. Come ho detto stamattina al ct, non è definitiva. Non è né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale di Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro. Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo”.

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