L'ex portiere della Nazionale nella sua analisi sulla Gazzetta dello Sport è partito proprio dal trionfo mondiale del 2006
Gianluigi Buffon, capodelegazione e direttore sportivo azzurro, in attesa dei playoff di marzo e dopo la sconfitta con la Norvegia è tornato a parlare del calcio italiano di oggi. “Stiamo vivendo un periodo di transizione e non abbiamo capito quale strada prendere”.
L’ex portiere della Nazionale nella sua analisi sulla Gazzetta dello Sport è partito proprio dal trionfo mondiale del 2006: “Paghiamo anche gli errori del passato. I risultati di oggi risalgono a venti anni fa, a quando ci siamo adagiati sulla nostra forza pensando che sarebbe stato eterno per grazia ricevuta. Già allora dovevi ripensare a modelli tecnici e tattici, ma siamo stati cicale”.
In panchina oggi c’è un protagonista del trionfo di Berlino, il suo ex compagno Gennaro Gattuso: “Rino è il ct giusto, è la figura migliore che si potesse scegliere. Non mi piace e non capisco questa prevenzione nei suoi confronti. Decide tutto lui, tipo il doppio 9 che è un’intuizione geniale… L’Italia vince soltanto se si fa gruppo. Proprio quello che Rino sta creando”.
“La paura attanaglia, non ti fa giocare: ci vuole invece il giusto rispetto… Il Mondiale è una magia da far vivere al Paese, non possiamo non andare”, ha concluso in vista degli spareggi di marzo, contro Irlanda del Nord e eventualmente la vincente di Galles-Bosnia.