Diaconale ribadisce: “Serie A da finire, o campionato falsato”

Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della Lazio, è tornato a spiegare i motivi per cui a suo giudizio la serie A va fatta riprendere. O comunque, quando sarà possibile, il campionato 2019-2020 deve arrivare a una conclusione. Si continua a discutere a proposito dell’eventuale ripresa della serie A, una missione che in particolare la Lazio ha fatto sua con l’obiettivo mai nascosto di portare a conclusione il campionato 2019-2020. Una situazione della quale è tornato a parlare Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione del club biancoceleste, .

“Se non si termina, sicuramente il campionato successivo viene falsato – ha spiegato intervenendo mercoledì pomeriggio nel corso di ‘Maracanà’, trasmissione di ‘TMW Radio’-. Perché si porterebbe la mancata conclusione nei tribunali, cosa che inciderebbe sull’andamento del campionato. Mi auguro che sia il campo a decidere chi vince, chi perde, chi andrà in paradiso e all’inferno”.

A proposito dell’opzione di un campionato da disputare nell’anno solare, invece, ha aggiunto: “E’ un’ipotesi che può funzionare. L’esigenza è quella di non mandare in crisi un settore, che non può permettersi di andare in difficoltà. L’unica vera garanzia per tornare a giocare è che in campo non scenda un giocatore contagiato. Servono controlli, anche nei minuti prima che si giochi. Le partite però si svolgeranno a porte chiuse, almeno in questa prima fase”.

Chiara anche la sua opinione a proposito del fatidico tema delle partite al nord: “Sicuramente è complicato, soprattutto per gli spostamenti, visto che ci sono ancora dei focolai. E’ vero che il calcio è uno sport di contatto, ma il contatto non provoca il contagio. Il problema è impedire che arrivino a contatto giocatori positivi con quelli sani”.

“Non ci siamo resi conto che la gran parte del peso del Coronavirus è gravato sulle famiglie. Non è facile per chi ha sintomi accedere ai tamponi. I giocatori invece vivono all’interno di strutture che devono essere attrezzate dal punto di vista sanitario. Se si garantisse a tutti la possibilità di avere dei controlli, i contagi non ci sarebbero. Ma servirebbe essere tutti organizzati, cosa difficile nel nostro Paese”, la sua chiosa finale.

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