Dal Tiki Taka alla costruzione dal basso, la rivoluzione concettuale che ha cambiato il calcio

Negli scorsi giorni un Antonio Conte insolitamente attivo sui social ha condiviso su Instagram un video accompagnato da una chiarissima caption: “Tiki taka o calcio verticale? Meglio un giusto compromesso?”

Il video mette a confronto due azioni dell’Inter molto simili: una risalente allo scorso anno alla partita di Champions con il Barcellona, mentre l’altra era l’azione che ha consentito all’Inter di raddoppiare nell’ultimo derby contro i cugini rossoneri. Un goal di Lautaro, l’attaccante che proprio sotto la guida del tecnico barese sembra ormai pronto alla conquista del calcio mondiale. 

Comune denominatore? Entrambe le azioni partono palla a terra dal portiere e consentono all’Inter di arrivare al tiro con un costante sfruttamento della superiorità numerica creata proprio da quella tanto discussa “costruzione dal basso”.

Il calcio è cambiato, ancora una volta. Senza innovazione non c’è progresso, e solo gli sport che sanno innovarsi grazie alle idee dei propri protagonisti sono destinati a durare. 

Ricordate i tempi in cui il famoso “Tiki Taka” di Guardiola sembrava essere l’unico modo di giocare a calcio? Ecco, dimenticateli.

C’è un nuovo “dogma” nel calcio mondiale. Ma andiamo con ordine. 

Una volta chiesero a Xavi, giocatore simbolo del credo Guardoliano, di spiegare il Tiki Taka. La risposta fu indimenticabile: “Ricevo la palla, passo, ho la palla, passo, ho la palla, passo, ho la palla, passo”.

Una rete infinita di passaggi alla costante ricerca del primo varco verso la porta avversaria. Una filosofia che riusciva a sfinire il pressing degli avversari e, al tempo stesso, garantiva una solidità difensiva quasi impressionante basata non tanto sull’abilità dei singoli difensori, ma sulla sacralità di un semplice concetto: non possono farti goal se non hanno il controllo del pallone.

Risultato? Al suo primo anno, il Barca di Guardiola dominò la Liga in maniera imbarazzante: miglior attacco (105 goal) e miglior difesa (35 goal).

Si ripete spesso che con quella squadra il Barcellona avrebbe probabilmente vinto in qualsiasi modo, ma questa, oltre ad essere un’analisi piuttosto approssimativa, non tiene conto di come il Tiki Taka fosse invece nato proprio per mettere in luce il talento dei suoi interpreti. Se è vero che è stato Xavi, per dirne uno, a rendere grande il Tiki Taka, di riflesso, lo stesso centrocampista è stato consacrato come uno dei giocatori più dominanti della storia del calcio grazie al modo in cui quel Barcellona veniva schierato. 

Ma non è tutto.

Il Tiki Taka ha avuto un impatto devastante sul calcio mondiale dando il “la” ad alcuni cambiamenti che sono tutt’ora alla base della costruzione del gioco odierna. Una su tutte? È stato il Barcellona di Guardiola a far capire l’importanza dei difensori nella costruzione del gioco. Una scelta dettata dai “catenacci” avversari. Le squadre avversarie tendevano infatti a schiacciarsi nella propria metà campo lasciavano ai difensori, ritenuti come il “male minore”, grandissimi margini di manovra. 

Come spesso capita però, col passare delle stagioni, alcune squadre iniziarono a trovare i punti deboli del Tiki Taka, esponendone la troppa prevedibilità, specie quando non supportato da un’adeguata velocità di movimenti senza palla.

Era necessaria un’evoluzione, una rivoluzione che parte dal basso.

Con costruzione dal basso si intende una manovra di gioco che, tramite l’uso del portiere e dei difensori, sfrutta una serie di passaggi e spostamenti senza palla collaudati, volti a superare il primo pressing e a trovare spazio e superiorità numerica dalla linea di centrocampo in avanti.

Non è un caso che le squadre di alta e media classifica (ma non solo) stiano iniziando a prediligere portieri e difensori non solo per le loro caratteristiche difensive ma anche per l’abilità nell’impostare il gioco. Da come viene giocata la palla in quei primissimi metri può dipendere un intera azione da goal. 

E per chi pensa che partendo dal basso si rallenti l’avanzamento offensivo troverà nei dati della Premier League notizie sconcertanti: stando alle statistiche della scorsa stagione, con un rinvio lungo si guadagnerebbe in media 38 metri, mentre con un passaggio corto se ne guadagnano ben 49. Una differenza abbastanza sostanziale.

Perché quindi questo sistema di gioco ha cosi tanti oppositori, anche illustri, nel mondo del calcio? Semplice, i risultati di una costruzione dal basso sbagliata possono essere disastrosi, come testimoniano alcune delle ultime prestazioni del Liverpool e del suo portiere Allison.

Nonostante questo, però, in un rapporto tra costi e benefici, i dati sembrano confermare come il “rischio” di errori madornali nel breve termine venga assolutamente superato dal potenziale “guadagno” dato da una corretta pratica della costruzione dal basso sul lungo termine. 

Voi come la vedete? Tiki Taka o costruzione dal basso?

O forse, va bene tutto purché si vinca?

Forse, proprio come diceva Mr.Conte nel suo post Instagram, il segreto sta proprio nello scegliere un giusto compromesso.

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