Venezia epica con Avellino, bene Sassari

Vince e con ampio margine la Dinamo Sassari, che dopo 30’ equilibrati gioca un quarto periodo perfetto, con difesa solida e un attacco puntuale per punire i francesi, a cui non bastano i 15 di Hanlan e i 10 di Pearson (male Gelabale con 6 punti in una gara anonima). Domina il match, specie nel finale, un Gani Lawal sontuoso da 19 punti, 9 rimbalzi e un impatto da rim protector devastante. Eccellente la prova di Savanovic (13+7), bene Bell in uscita dalla panchina (11) mentre Stipcevic orchestra il gioco con 10 punti e 9 assist. Qualificazione ipotecata in vista del ritorno, dove limitare i danni nella Loira potrebbe essere sufficiente.

Dopo una partenza lanciata, un 9-2 con il gioco dentro di Lydeka e la tripla di Devecchi, Le Mans mette la gara sui binari di ritmi blandi, affidandosi ai guizzi di Yeguete per tornare in scia. Un arcobaleno di Stipcevic sulla sirena vale però il 16-14 Dinamo alla prima pausa. A far salire di tono la gara ci pensa Hanlan che mette i suoi in ritmo e col naso avanti, prima che il gioco dentro di Lighty, al debutto, e Savanovic, nonché soprattutto i sei punti in fila di Bell, non riportino Sassari in vantaggio. Lacey e Watson, gli uomini chiave nel momento del bisogno, si rispondono colpo su colpo nell’ultimo minuto, ed è 36-32 all’intervallo. Le Mans ancora meglio in avvio, con il risveglio di Gelabale e ancora Hanlan protagonista, mentre Lydeka tiene i suoi a galla. La Dinamo soffre la fisicità di Pearson e Yarou, prende la tripla in faccia di Konate dopo una grande difesa e tiene botta non segnando per 5 minuti. Il finale di quarto è tutto targato Stipcevic, che prima spara una tripla da 9 metri, poi regala il secondo buzzer di serata, per il 52-51 al 30’. Dopo la bomba di Cornelie, sale in cattedra Gani Lawal, concreto in attacco e solido in difesa con un paio di stoppate. Hanlan sblocca i suoi dopo un’eternità, ma Savanovic prima, Bell poi, ma soprattutto una stoica difesa dei ragazzi di Pasquini permettono a Sassari di mantenere 8 lunghezze di vantaggio. Lawal continua a dominare nell’area colorata ben imbeccato da Stipcevic, Bell e Savanovic in un delirio di onnipotenza sparano due triple e il Le Mans di fatto sparisce dal campo finendo a -16. Il serbo continua a un contributo importante, in quello che di fatto è un garbage time di 3 minuti. Finisce 79-63.

Rimonta epica della Reyer Venezia, che in una serata non da ricordare per la pallacanestro viene a capo del derby contro una Sidigas Avellino che parte alla grande ma spegne l’interruttore nella ripresa, regalando una vittoria ai lagunari che appariva netta dopo le prime azioni di gioco. In una gara a basso punteggio, 53-49 il finale, che lascia aperto ogni configurazione per il ritorno, ci sono 11 punti di Peric e 10 di Mcgee, 8+10 rimbalzi di Hagins, salito in cattedra nel secondo tempo dopo un pessimo avvio. Per i ragazzi di Sacripanti, male al tiro dalla lunga, Fesenko chiude in doppia doppia (10+10), 11(ma con 5/14) per Randolph, mentre il migliore Avellino, ovvero Ragland, chiude una serata da 11 punti, 7 assist e 4 rimbalzi, che risultano però inutili.

Apre Avellino con un parziale importante di 9-2 in cui Ragland ispira e Fesenko finalizza. Quando Randolph e Zerini, usciti dalla panchina, iniziano a macinare, Venezia viene spazzata via e la tripla di Filloy vale solo il 12-18 alla prima sirena. Il copione non cambia: Ragland e Randolph piazzano un 10-0 mortifero che regala 14 lunghezze di vantaggio (14-28), ma qui qualcosa si sblocca per la Reyer, scossa da Peric e tenuta a galla da Mcgee, per il 22-30 che manda le squadre all’intervallo. Sfruttando le buone percentuali dall’arco, Venezia prende ritmo, minimizzando il gran lavoro di Fesenko in vernice. Dopo tanta carestia dalla lunga, Leunen spara due bombe in un amen che allargano il gap tra le compagini, ma il gioco da tre punti di Ejim vale il 40-45 all’ultimo stop and go che lancia la volata finale. Il 7-2 targato Bramos (tripla) e Hagins in apertura di quarto vale la parità, con le percentuali che scendono incredibilmente da ambo le parti. Filloy fa mettere i suoi col naso avanti per la prima volta al 38’ per un punteggio che rimane invariato fino a 30” dal termine, quando Peric griffa il +4. Avellino, che nell’ultimo periodo mette insieme la miseria di soli 4 punti non riesce nemmeno nella preghiera finale, finisce 53-49 con il tanto peso psicologico, anche in ottica campionato, che questa vittoria può avere.

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