Tanto Aradori e poco Gentile

La finale scudetto è tornata in parità, con Reggio Emilia che ha battuto Milano anche in gara-4.
 
In esclusiva per Sportal.it, Enrico Campana, prima firma del basket e tennis, nonché capo dei servizi olimpici e inviato della Gazzetta dello Sport, ha analizzato la partita con le sue acute ed impeccabili considerazioni.
 
1) La trama
 
Nervi, carattere, istinto, coraggio,  il ritmo, la lucidità di coach Menetti  nel gestire la gara  e l’incredibile recupero di Aradori che assente per un problema muscolare alla coscia al rientro in una ara delicatissima fa una cosa irripetibile, permessa solo a Curry e Thompson. I 15 punti in 7 minuti sono una prodezza che carica i compagni, gonfia l’entusiasmo dell’ambiente orgoglioso (No il My House) e sgonfia un’Armani che reagisce con sprazzi individuali e poca testa tornando dall’Emilia con l'”enigma Gentile”.
 
2) Il Migliore della gara
 
Fra i tanti pittoreschi cartelli del popolo reggiano fra i quali c’è chi s’impegna addirittura a mettere al mondo un figlio e chiamarlo “Sasà Parrillo” , il più artistico,  una sorta di gonfalone o di arazzo,  rappresenta Pietro Aradori con un osso in bocca, come un mastino. Il “cagnaccio” l’ha onorato con la più incredibile delle partite. Cambiate ben tre squadre in giro per l’Europa lo scorso anno, il prode e astuto l’Ulisse del basket con la sua barba mitologica,  ha trovato la  terra promessa in Emilia: MVP della stagione, eroe  indiscusso di gara4.
 
3) La nota tecnica
 
Il successo e ilsuo peso è rappresentato da due indicatori  che suscitano ammirazione e stupore che possono turbare i sonni di Milano per gara5 di sabato al Forum: il +37 di differenza nella valutazione, cartina di tornasole di questo exploit reggiano  ma anche dello scomposto arrembaggio dei milanesi, e  il 62 di valutazione contro il -1 (sì, sotto zero!) degli azzurri dell’Italreggio. Tradotto in punti, 42 a 7. Completamente alla deriva Cinciarini-Gentile, la trazione posteriore della nostra nazionale.  Del tutto inutili i 15 rimbalzi in attacco dell’Armani: su quello più decisivo nel finale, Polonara è saltato più in alto dei tre rivali frenando la tardiva rimonta milanese con una schiacciata spettacolare.
 
4) Il voto dei giocatori, allenatori e arbitri
 
REGGIO EMILIA: voto 7,5, carattere e animo da vendere, il tiro non è tutto. ARADORI 8: veni, vidi, vici, 7 minuti con 15 punti he appartengono alla storia dei playoff.  POLONARA 7,5: firma due canestri che tagliano le gambe ai milanesi e galvanizzano la squadra, pilastro ai rimbalzi,  ha saputo aspettare il suo momento, il tiro costruito funziona ancora poco (0/4 da 3).  LAVRINOVIC 6,5: un sesto uomo di valore, anche se poco brillante nel tiro (2/10) . DELLA VALLE 7,5:  ha bissato l’intrepida gara3 non una tripla acrobatica anche se da fuori ha colpito di meno (1/6) ma sempre pericoloso, attivo, scaltro, un vincente grazie anche alla scuola americana. DE NICOLAO 6,5 uno dei giocatori più progrediti della stagione, mai la minima forzatura (0 perse),  energia difensiva, accelerazioni,  umiltà, perfetto per i meccanismi di squadra. KAUKENAS 6,5: partita intelligente, ha aspettato il suo momento, 11 punti, 7/8 liberi, nei momenti difficili ha guidato il gruppo. VEREMEENKO 6 meno : ha sbagliato un paio di rigori a porta vuota, ma si è fatto vedere nel  break decisivo, lento negli spostamenti, ha sofferto l’atletismo di McLean, dovrebbe parlare in difesa coi compagni. NEEDHAM 6 :  una tripla d’oro di carambola ha dato fiato e convinzione nel finale, utilissima la sua calma olimpica, merita più minuti in regia. SILINS 5,5: nessun punto e 5 falli in 5 minuti, però 4 rimbalzi. PARRILLO 5,5: meno 4 di valutazione, ma  la sua squadra  lo considera un valore aggiunto e il capo gli dà ragione. Coach MENETTI 8: degno erede di Dado Lombardi,  esattamente come in  gara3 ha caricato al meglio la squadra, azzeccato tutti i cambi, la sua mano si sente e trasmette fiducia.
 
MILANO:  Voto 6 meno, individualismi ed errori e poco cuore: i conti non tornano. CERELLA 6,5: oltre alla difesa, lo sgobbone argentino ha servito 4 assist nel tentativo di rimonta . GENTILE 5,5: il mezzo punto per i 6 rimbalzi, peggio di gara 3, parlano le cifre: 1/8 in area, 1/2 da 3, 2/2 dalla lunetta 3 perse e una stoppata subita,  assist 7 punti, +3 valutazione in 25′. CINCIARINI 5:  rimesso in quintetto ha contraddetto ancora  la regola dell’ex:  5 rimbalzi ma -4 di valutazione, 0 punti, 0/2, 0/5 da 3, 1 stoppata subita,  persa, 2 assist in 20 minuti, abbiamo sofferto per lui. MCLEAN7,5: il migliore della sua squadra, rimbalzi, tiri liberi, canestri, 3 schiacciate, centro gravitazionale poco cercato. LAFAYETTE 5,5: cambio tattico di nessun successo, una tripla in 21 minuti, ai margini del gioco. KALNIETIS 6,5: il migliore fino a metà gara con iniziative personali si è eclissato nel finale, regista di spinta e non di lettura, non semplifica  il gioco tetragono di Milano. MACVAN 5: un operaio sfiduciato, non bastano 5 rimbalzi. SANDERS 7: l’uomo della rimonta, quello indecifrabile  di gara 2 nella prima parte, non è una guardia ma nemmeno un’ala pura, questo il problema, ma come muscoli devastante. Simon 5,5:  non riesce a essere incisivo come nella regular season, mancino atipico, anche lui a mezza strada fra due ruoli . BATISTA 6 + : onora il suo nome di perfetto maggiordomo, in 16 minuti lotta ai rimbalzi (7) e coi limiti tecnici, non capisce bene quello che si vuole da lui e  non l’ha nascosto tornando in panchina dopo aver svolto i suo servizio. Coach REPESA 6: non riesce a farsi capire, se non migliora la fluidità del gioco unica strada per risollevarsi, rischia di compromettere una stagione con una squadra in manifesta superiorità numerica (13 giocatori) e di budget (20 milini di euro?)  che paga palesi errori di mercato  e lottizzato il ruolo del play fra tre giocatori, tre stili di gioco diversi.
 
Arbitri 5: Il toscano Mazzoni, terzo arbitro,  ha fischiato più di Lanzarini e dell’esperto mestierante Mattioli, e lascia un forte dubbio il fallo a McLean in un raddoppio tecnicamente ineccepibile sull’attaccante intrappolato a metà campo. Poteva essere sul 75/74 la palla recuperata del sorpasso, invece  15″ i due tiri liberi sono stati un’iniezione di fiducia. Quello che è inaccettabile invece è che almeno una dozzina di canestri sono stati ottenuti spostando il difensore con le mani, interpretazione del regolamento he non dovrebbe passare.
 
5) L’analisi della statistica
 
I 46 rimbalzi di Milano sono il primato nel playoff e hanno contribuito a 11 tiri in più da sotto (17/45) anche se  il tesoretto è stato sprecato  dal mediocre 37,8 di percentuale dentro l’area mentre Reggio è arrivato al 52,9 (18/34). Attacchi spuntati da 3 (25,9, 7/27 per i reggiani, 7/25 e 28,0 per i milanesi), come in gara3 percentuali inferiori  nei tiri liberi (21/31, 67,7) sebbene lontani dal brutto 52,6 di Armani in gara3. Il dato sorprendente sono state le 6 stoppate a 0, di cui 2 di Polonara e Lavrinovic e una incredibile di Della Valle da dietro, dimostrazione del timing e della concentrazione dei vincitori e delle indecisioni e forzature della squadra più forte che sul 2-2 non ha più l’inerzia dalla sua parte. Il 103-70 nella valutazione è una brutta botta, Milano deve rinserrare le fila in una stagione caratterizzato da diversi scivoloni inopinati.
 
6) La curiosità
 
Inizio del terzo tempo, Repesa si aspettava una reazione dopo l’intervallo, l’atteggiamento non cambia…Sul -6 (45-39) chiede time out e come ha raccontato  Dembinski che per la Rai ascolta il time out, deluso e preoccupato dalla situazione, invece di ripetersi nei discorsi tecnici, prende la lavagnetta e scrive questa frase: “Se continuate così dopo tutto quello che vi ho chiesto nell’intervallo, fate voi”. La situazione non cambierà di molto, a parte Sanders e McLean.
 
7) Dopo-gara
 
ARADORI: “Eravamo con e spalle al muro e portato a casa un 2 a 2 meritato, questi sono i playoff”. MENETTI: “Aradori si è sacrificato sopportando il dolore. Della Valle ha seguito benissimo il suo istinto. Con più attenzione non sarebbe finita puto a punto, ma la squadra è stata brava a non fare mai due volte lo stesso errore. In queste partite a Milano gli abbiamo tolto un pò di fiducia. Abbiamo imparato e vinto, adesso dobbiamo giocare bene a  Milano, essere scaltri e portarli al punto a punto. Con queste due bellissime gare adesso ci rispetteranno di più”. PITTIS (Rai Tv): “Reggio h meritato di vincere. Ora ha totalmente nelle mani l’inerzia, può giocare la quinta con leggerezza e la lezione di queste partite”.
 
ZOOM GARA 4
 
REGGIO EMILIA-Milano 81-76 (2/2; 21-22, 20-17; 18-16, 22-21)
 
MVP: 23 P.ARADORI, p15171 4/7 da3 tl1/1 4r 2re 2a, 16′. MVP Milano: 18 J.McLean, p17  5/6 7fs tl7/11  3sc 2r 1pe 2re 21′
 
MIGLIOR MARCATORE: p.m. 15p  P.Aradori val23; 21 R.Sanders 5/12 2/6 da3 tl5/10 2r 2re
 
MIGLIOR ITALIANO: 23 P.Aradori p15; 7 A.Gentile, p3  1/8 1/2 da3 tl2/2 6r 3pe 1 a, 25′
 
Tiro2:  Re 18/34 52,9-MI 17/45 37,8. Tiro3: 7/27 25,9-7/25 28,0. Tiri Liberi 24-29 82,8- 21/31 67,7. Rimbalzi: 41-46. Perse: 14 (6 Re, 8 Mi). Assist: 30 (15 Re, 15 Mi). Recuperate 7-3. Falli 29-29. Punti starter 46-42,  Punti panchina 35-34. Valutazione 103-70, +33. ITALIANS: punti 42-7; Valutazione 62- -1.
 
A cura di ENRICO CAMPANA

 

Articoli correlati