Post Rio, Scariolo sogna l’NBA

Panchine dopo le Olimpiadi di Rio: chi va?, chi resta?. Lo scenario è da fuochi d’artificio. Si è chiuso, per gli Stati Uniti, il ciclo aureo di Mike Krzyzewski che oltre alla splendida carriera con Duke (2 titoli NCAA) ha ottenuto tre medaglie d’oro olimpiche e due mondiali firmando la serie-record di 76 vittorie.” Coach K” che in futuro potrebbe diventare il presidente di US Basketball quando Jerry Coangelo, 76 anni, deciderà di lasciare passa la sua supervitaminica squadra nelle mani di Gregg Popovich il cui contratto con gli Spurs scade al termine della prossima stagione. Per ora l’ex graduato di US Air Force terrà il piede in due scarpe. Dopo si vedrà, idem dicasi per la sua eredità a San Antonio alla quale Ettore Messina è uno dei pretendenti.

Per gli Usa non svanisce il privilegio della qualificazione d’ufficio quale campione uscente. Nella sua contrastata Riforma, la FIBA ha gonfiato il calendario internazionale per permettere alle squadre nazionali di giocare davanti al proprio pubblico durante la stagione e anche la squadra statunitense dovrà quindi sottoporsi alla trafila delle qualificazioni, sia per il mondiale 2019 in Cina e l’Olimpiade di Tokio. E’ anche in previsione di questa svolta, che dilata pericolosamente i calendari dei vari campionati continentali, che la scelta del presidente di US Basketball, Jerry Colangelo si è orientata su un coach NBA di grande prestigio, vincitore di 5 anelli, nel tentativo di ammorbidire le posizioni dei proprietari sperando che concedano i propri giocatori alle squadre nazionali. Al momento c’è un brusco no netto su tutta la linea, compresi ovviamente anche gli stranieri salariati NBA (fra cui Gallinari e Belinelli).

Lo stesso Colangelo figura venerata nella NBA, richiamato all’inizio dell’anno dal commissioner della NBA per rimettere sulla retta via i 76ers – franchigia storica – su indicazione dei 30 club, non potrà con le sue capacità diplomatiche e la sua “moral suasion” prestigiosa e trasversale, scardinare il muro di ostilità che i proprietari hanno innalzato nei confronti della FIBA che vuole la moglie ubriaca e la botte piena. In ogni caso gli Stati Uniti , ritirato il marchio Dream Team, dovranno presentare una selezione all’altezza per passare le qualificazioni e quindi reclutare il meglio dei giocatori sparsi nei vari continenti. Il problema maggiore riguarderà semmai i paesi di seconda fascia, fra cui l’Italia, ed è per questo che pe quanto ci riguarda sarebbe saggio sciogliere subito il nodo gordiano della disponibilità di Ettore Messina attualmente un capitolo sospeso, forse perchè legato ai tatticismi di Gianni Petrucci nel tentativo di farsi rieleggere con una standing ovation, senza andare alle urne, cosa che sta indispettendo anche le sue truppe cammellate. Ne parleremo nei prossimi giorni.

Il risultato di Rio, soprattutto la sconfitta del “suo” Brasile dopo due supplementari con l’Argentina, è costato il posto a Ruben Magnano. Il coach argentino che vinse l’Olimpiade di Atene, uno dei tre soli sfuggiti agli Stati Uniti nella storia dei Cinque Cerchi (il primo è stato a Monaco ’72 contro l’Urss, il secondo a Mosca dove, assenti gli americani promotori del boicottaggio, vinse la Jugoslavia battendo in finale l’Italia) e he poi allenò a Varese. In Brasile fine corsa anche per Jonas Kazlaukas, una carriera di alti e bassi: medaglia d’argento all’Europeo, a Rio aveva iniziato benissimo, poi il crollo finale e i 50 punti di scarto con la Spagna. Arvidas Sabonis non si può accontentare di ver visto in quintetto il promettente figlio Domantas, scelta di Toronto, punterà sul suo amico Rimas Kurtinaitis (ai tempi giocavano entrambi per l’Urss) che ha lasciato il Khimki Mosca per la Pall.Cantù.

Il neo-presidente spagnolo Garbajosa, in passato giocatore della Benetton, preso il posto di Josè Luis Saez, ha cominciato nel modo migliore il suo mandato con una razzia di titoli europei giovanili e il primo bronzo maschile e il primo femminile. Con le due sconfitte iniziali, di un soffio, la squadra è finita sulla graticola, ma come altre volte è migliorata strada facendo. Questione di mentalità vincente. Purtroppo si è trovata sulla propria strada gli Stati Uniti, e senza Marc Gasol e pur lottando fino alla fine non è stato sufficiente per vincere. Garbajosa, di poche parole, non come Saez, grande protettore di Scariolo, al rientro da Rio ha dichiarato che Pau Gasol e Juan Carlos Navarro hanno manifestato il desiderio di continuare sorvolando sul capitolo allenatore. Sfogliando una rassegna stampa italiana, si è letta una dichiarazione di Sergio Scariolo che parla di un’offerta della sua Federazione per rimanere, fatto che non trova riscontro però con la rassegna stampa dei giornali spagnoli. Può darsi che la disponibilità dei bigs automaticamente consenta a Scariolo la riconferma, ma per la Spagna è l’ora di voltare pagina, può mettere in campo giovani fra i più interessanti in Europa, vincitori dei titoli di categoria fra la U16 e la U20, come Abrines, i due Hernangomez, Marc Garcia, Illimane Diop, ha vinto il titolo europeo u16 con una tripla doppia di un ragazzino di 14 anni, Usman Garuba, capace di mettere a segno 10 stoppate in una finale. E’ lui il possibile crack del prossimo decennio.

Scariolo è il coach dello status quo (anzi dello status quo ante), ha compiuto 56 anni e il profilo ideale per la svolta generazionale inevitabile è certamente Xavi Pascual. Non essendo stato confermato dal Barcellona quindi è in regola con le norme sulla scelta del CT delle Furie Rosse che escludono dall’incarico un coach della Liga. Pascual è giovane, catalano, e si sa che il siluro a Saez, la denuncia al Consiglio Superiore dello sport per presunte irregolarità gestionali che hanno costretto alle dimissioni il “don”, è partito dalla Catalogna.

Per Sergio Scariolo si parla di una possibile esperienza sulla NBA, l’anno passato aveva avuto un contatto ci Raptors, oggi si parla di un ruolo di assistente ai Wizard grazie alla stia e l’amicizia con Scott Brooks: Ma punta di più, la sua fortuna è avere lo stesso agente di Mike D’Antoni, lo stesso che gli procurò la panchina del Real Madrid tanti anni fa dove incontrò anche Blanca Ares. La divina del basket spagnolo col suo metro e 80 e i suoi titoli, che faceva la giornalista, divorziò dal calciatore del Real Ismael Santos, e sposò Sergio Scariolo col quale ha avuto due bellissimi figli. Il sodalizio ha funzionato e assieme hanno scritto anche un libro, in perfetto parallelismo di tutto quello che di volta in volta Messina faceva. Non a caso, in gioventù li chiamavano Bibì e Bibò. A proposito di Don Sergio: con i tre ori europei e l’argento e il bronzo olimpico diventa l’italiano più titolato della storia, non è escluso che possa entrar fra i candidati della panchina italiana se Ettore Messina non avrà il placet degli Spurs, anche se per ora la corsa è fra Scaripanti e Trinchieri. Non è poi da escludere che in caso di sosta forzata decida di accettare un ruolo a Brescia dove vive la sua famiglia d’origine e sede della fondazione dedicata al padre e vanta un ottimo rapporto con la presidentessa della neo-promossa squadra di A.

Tornando al valzer delle panchine post-Rio, un punto interrogativo la Francia. Lascia Le Roi, al secolo Tony Parker, anche su pressione degli Spurs che gli hanno concesso un decennio senza la minima sosta, NBA e nazionale d’estate, e un’operazione all’occhio quattro anni fa alla vigilia di Londra. Il francese Vincent Collet ha già iniziato a inserire i giovani, il problema della regia con il ritiro di Parker non si pone con De Colo, Huertel e Diot, ai Giochi mancava Fournier titolare nei Magic, e all’occorrenza c’è anche Joaquin Noah, e quindi la decisione spetta al CT che si divide da anni fra la panchina dello Strasburgo e quella dei bleus. Due anni fa voleva lasciare, Parker l’ha convinto a restare, ora la decisione spetta a lui, ma certo è dura trovare un sostituto all’altezza.

A cura di ENRICO CAMPANA

Articoli correlati