Eurolega: Spanoulis strega i turchi, Olympiacos finalista

Di Enrico Campana

E’ festa grande al Pireo, Vassili Spanoulis è il MVP dell’unica bella dei playoff. L’Olympiacos completa la rimonta contro l’Efes che aveva vino ad Atene gara2 e conduceva per 2-1. Tutti i compagni sono addosso al loro capitano, compreso Daniel Hackett che sta guarendo dal grave infortunio e spera di poter entrare fra i 12 dell’Olympiacos per la semifinale di venerdì 19 maggio ed essere così la seconda presenza italiana nel summit continentale, oltre a Gigi Datome che ha già assaporato questa emozione e spera di essere il terzo italiano a conquistare dopo Gentile e Basile il trofeo con un club straniero.

La difesa dei greci e la maestria del loro “Zeus calvo” hanno spuntato l’attacco dell’Efes imbottito di americani e per la sesta volta nell’ultimo decennio i Reds del Pireo di coach Ioannisn Sfairopoulos sono fra le prime quattro d’Europa. Hanno fatto capolino verso la fine della prima decade con un quarto posto e una finale persa col Barcellona e poi hanno vinto due volte, la prima col Cska, rimonta storica e poi col Real Madrid. Poi è seguita una finale persa contro il Real, quella della grande rinascita degli spagnoli.

La continuità, con le partenze dei due allenatori che hanno firmato gli ultimi due successi dei 3 totali, il serbo Ivkovic e il greco Bartzoas, è stata assicurata dalla potenza economica dal club, dalla classe di Spanoulis, grande direttore d’orchestra e stoccatore implacabile, dalla maturazione e la solidità di Georgios Printezis, autore dello storico canestro contro i russi dell’ultimo trofeo, quando ormai , con 19 punti di passivo, la vittoria sembrava utopia. E di rilevante importanza il ritorno di Kostas Papanikolau dall’amara esperienza NBA e l utilità del ricambio. La squadra è infatti fra le 16 dell’Euroleaga una delle meno esterofile con i suoi 7 greci.

L’anno scorso prometteva bene, ma s’infortunò gravemente Patric Young, ai tempi il centro più forte e ambito, e questo è il motivo per il quale la qualificazione non arrivò. Questa stagione è andata meglio, nel ruolo di centro la squadra si arrangiata con il grillo salterino Kem Birch, un moro canadese, il serbo Milutinov e un Patric Young dimezzato. Fino a tre giornate dalla fine dal termine della regular season l’Olympiacos è stata in lizza con Real e Cska per il primo posto. Nel reparto guardie oltre al play Mantzaris, naturalmente Spanoulis e Papanikolau hanno trovato una pedina sicura nell’americano Eric Green, 1,90, 25 anni, ex senese vincitore di una Supercoppa che gli valse la chiamata di Denver. Importante poi la crescita di Papapetrou, ala di talento e carattere, in alcune gare sorprendente primattore.

Nella bella i Reds hanno chiuso avanti di 4 il primo quarto (25), sono andati sotto nel secondo tempo (37-41) per i guizzi di Cedi Osman, giovane talento dell’Efes. Con 9/0 al ritorno in campo greci hanno però preso fiducia, la difesa aggressiva non ha ceduto di un millimetro abbassando di brutto le percentuali di tiro dei rivali. Birch ha cancellato un certo Bryant Dunston, ex centro tanto rimpianto di Varese, e spostato con 11 rimbalzi la bilancia. I turchi sono arrivati a -4 quando mancavano 3 minuti, ma i tiri liberi e la saldezza di nervi di Spanoulis e una tripla di Printezis hanno impedito il testa a testa finale. Deluso Perasovic che sul 2-1 non è riuscito a sfruttare il match ball e perso in casa. Nella gara decisiva quasi tutti i suoi giocatori son stati sotto il loro standard, soprattutto Dunston (4 punti, 1 rimbalzi), mentre l’ex pistoiese Kirk ha segnato 4 punti su tiri libero e messo qualche pezza a rimbalzo. Heurtel, Honeycutt e Granger, il trio più affidabile della stagione, ha litigato col tiro.

Le quattro finaliste del 2017 sono le stesse di due anni fa, quando il Real Madrid vinse la sua nona Coppa dei Campioni battendo 78-59 l’Olympiacos e il MVP fu Andres Nocioni che darà l’addio al basket a Istanbul. Lo scorso anno ci furono le sorprese di Laboral-Baskonia (coach Perasovic) e Lokomotiv Kuban (coach Bartzokas) e con un’incredibile rimonta nella finale col Fenerbahce il Cska Mosca vinse il terzo titolo per la Russia nell’ultimo decennio. Dal 2006-07 3 titoli anche per il Panathinaikos che non si è più qualificato da quando Obradovic ha lasciato Atene per il Fenerbahce col quale ha raggiunto questa stagione la terza finale che si aggiunge a un 4° e un 2° posto. Il destino ha voluto che proprio Obradovic abbia sbarrato la strada al “suo” Panathiniakos nei playoff con la doppia vittoria questa stagione vincendo due volte in trasferta nelle prime 2 gare, impresa senza precedente nella storia dei playoff.

Nel decennio l’unica doppietta è dell’Olympiacos, nessun’altro squadra ha rivinto il titolo l’anno seguente e ci prova stavolta il Cska che nella semifinale della Turkish Airlines il 19 maggio a Istanbul incontra proprio i greci. La Spagna ha vinto due titoli con Barcellona e Real Madrid, e il Maccabi l’ultima sua coppa 3 anni fa con David Blatt a Milano.

L’Italia vanta ancora il primato assoluto delle coppe dei Campioni con 13 vittorie (12 la Spagna con il record di 9 vittorie del Real Madrid) ma l’ultimo successo risale a 16 anni quando la Virtus Bologna vinse il suo secondo trofeo. Nelle 3 stagioni seguenti le squadre italiane persero sempre la finale, la Virtus Bologna col Panatinaikos di Obradovic, la Benetton Trevso contro il Barcellona e la Paf-Fortitudo di Jasmin Repesa con un passivo-record contro il Maccabi.

Negli anni d’oro della Montepaschi i senesi conquistarono un doppio 3° posto, l’ultimo del quale nel 2011 e da allora nessuna squadra italiana è riuscita a qualificarsi per le Final Four. Una decadenza amara, scandita nelle ultime due edizioni “gestione Repesa”, con l’eliminazione dell’Olimpia Milano nel girone di qualificazione l’anno scorso (3/7) e il recentissimo ultimo posto della regular season (8/22) con gran disappunto del presidente Proli per il quale doveva essere la fine di un ciclo di 3 anni programmato per riconquistare il trofeo più prestigioso del basket.

Varese è il club italiano più titolato con 5 vittorie seguito da Milano (3), Virtus (2), Cantù (2), Roma. Fra i coaches Valerio Bianchini è l’unico ad aver vinto il trofeo con due square italiane, la prima con Cantù e la seconda con Roma.

PLAYOFF QUARTI DI FINALE, Gara5:§
ATENE (11.039): OLYMPIACOS-Efes 87-78 (3-2; Val.102/66 +36; 25-21, 12-20; 26-17, 24-20;22 V.Spanoulis 4/6 2/7 da3 tl8/11 6a 1re 4pe 10fs Val.22, 14 G.Printezis 3/10 1/2 da3 tl5/6 2r, 9 K.Birch /5 tl1/2 11r, 1o E.Geen 3/6 1/2 da3; 11 C.Osman 4/6 1/4 da3 3r, 10 T.Honeycutt 0/4 2/2 da3 tl4/6 10r 1a V15, 10 T.Heurtel 4/10 0/3 da3 tl2/2 6a 5pe V-1, 10 J.Granger 3/8 0/1 da3, 4 B.Dunston 1/3 tl2/3 1r V1, 4 A.Kirk 0/1 tl4/4 7r, 9 B.Paul 0/3 3/5 da3 1r V5). R-A: 40-15; 32-13; Tl: 21/29, 16/23. T2: 24/43, 55,8%; 14/45, 42,4%. MVP: 22 Vassilli SPANOULIS, Gr

COME SONO ARRIVATI ALLE FINAL FOUR:
REAL MADRID (1) – Darussafaka (8) 3-1. G1: R-D 83-75; G2 R-D 80-84; G3 D-R 81-88; G4 D-R 79-89

Panathinaikos (4) – FENERBAHCE (5) 0-3. G1: P-F 58-71; G2 P-F 75-80; G3 F-P 79-61

OLYMPIACOS (3) – Efes (6) 3-2. G1: O-E 87-72; G2: O-E 71-73; G3: E-O 64-60; G4 E-O 62-74; G5 O-E 87-78.

CSKA MOSCA (2) – Baskonia (7) 3-0. G1: C-B 98-90; G2: C-B 84-82; G3: 88-90

PROGRAMMA FINAL FOUR:
Istanbul 19-21 maggio, Wolksvagen Arena) – Semifinali:ore 17.30 Cska-Olympiacos; 0.30 Fenerbahce-Real Madrid. Finali 21 maggio.

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