Dalmonte, l’anello di congiunzione

L’intervista della settimana di Sportal.it cerca di mettere una sonda in quella squadra immaginaria che tutti amano, la Nazionale, galleggiante sul basket di giornata, compulsivo. Per capire cosa significa questa insolita svolta del Messina last-minute che rientra in scena 20 anni dopo, senza contratto, invocato come un Cincinnato, per riportare l’Italia alle Olimpiadi e riscattare un risultato sfuggitogli in gioventù.
 
Nessuno meglio di Luca Dalmonte, vice di raccordo in questa svolta assieme a Giordano Consolini, l’alter ego di Messina, può farci capire come nascerà questa squadra per il preolimpico.
 
– Coach, lei è l’anello di congiunzione fra Pianigiani a Messina, il segnale che non ci sono state purghe e anche un riconoscimento del suo lavoro?
“Non solo del sottoscritto. La continuità è nella conferma di tutto lo staff. Faremo di tutto che questo possa essere, certo che già lo sia, un valore aggiunto, e più che mai ovviamente la “nuova presenza” di Giordano Consolini.”
 
– Come sono stati gli anni con Pianigiani, aneddoto che può descrivere un momento bello o meno, come la volta che lei vinse la Coppa di Turchia mentre Pianigiani era in ospedale?
“Sono stati anni appaganti, quotidianamente stimolanti per il rapporto professionale e personale. Preferisco ricordare tutti i momenti nella loro globalità”.
 
 – Mai lavorato con Ettore Messina, quale finora il suo rapporto con lui? Come lo vedeva dal di fuori?
“Fino ad oggi non ho mai lavorato con Messina, quindi: stimolato motivato nell’esplorare e vivere un nuovo rapporto professionale. Messina è Messina”.
 
– Cosa cambierà da Simone a Ettore nel gioco, nei criteri di selezione, nella preparazione?
“Non ho una risposta certa, a proposito della preparazione. Dobbiamo ancora confrontarci nei dettagli. Saremo figli di un tempo ristretto probabilmente molto compresso che potrebbe influire sui nostri programmi tecnici. I criteri di selezione, ad oggi, sono circoscritti nel monitorare a tutto tondo il nostro campionato e…. non solo!”.
 
– Quale è il vantaggio di avere Messina?
“Perchè lui è Messina!”.
 
 – Il Ct le ha affidato un particolare compito, sarà lei a seguire i giocatori del campionato italiano e delle coppe euopee?
  “Il monitoraggio dei giocatori  è  un lavoro di squadra. Esiste un compito specifico ma nel costante interfacciarsi per costruire una opinione comune, solida e condivisa”.
 
– Come funziona la comunicazione con Messina, vi sentite spesso?
“Ci aggiorniamo,  ci confrontiamo via e-mail. Il punto di riferimento di collegamento è Giordano Consolini”.
 
 – Quando potrà arrivare in Italia per prendere direttamente le squadra?
“Dirlo oggi è impossibile. Mi auguro per Ettore per gli Spurs il più tardi possibile, con la certezza che nel frattempo il nostro lavoro di preparazione sia di livello”.
 
– In questo momento si parla di un possibile incarico di Messina con i Nets o come il successore di Gregg Popovich a San Antonio.
“Ho certezza che per status, valori oggettivi, personailtà internazionale abbia i requisiti….  Intendo dire: non è un’opinione ma un dato di fatto che per meriti conquistati sul campo, Messina abbia tutte le chances per essere  il primo allenatore NBA europeo”.
 
– Quale è stata l’atmosfera dei meetings nel primo contatto il 19 gennaio a Roma? Vi ha colpito una frase o un episodio?
“Atmosfera ottima. Colpito dalle forti motivazioni di Ettore fronte all’obiettivo prossimo, dalla sua chiarezza e dal pragmatismo nell’affrontare ogni singolo punto. Una parola sola: massima efficienza”.
 
– Avete già deciso la rosa, la sede della preparazione, l’agenda?
“Su questo c’è un comunicato dettagliato della Fip. Manca ovviamente da definire il roster”.
 
– Il campionato vi sta aiutando?
“Il campionato è decisivo, il giudice supremo delle nostre valutazioni per la scelta della squadra”.
 
– Ma questo campionato sembra al ribasso come livello di gioco, forse troppi stranieri di passaggio?
“E’ un campionato ad oggi molto equilibrato. Combattuto da più squadre, per differenti obiettivi. Motivante per chi lo gioca e stimolante per chi lo osserva”.
 
Awudu Abass era partito forte, s’è perso nella rivouzione russa di Cantù?
“Abass sta cercando una propria continuità di rendimento all’interno di una squadra che sta cambiando a nastro. Non semplice per lui. Variabile che consideriamo”.
 
– Quali giovani stanno crescendo e potrebbero entrare nella rosa? Anche Mussini che gioca a St.John’s?
“Più di un giovane sta meritando attenzione, ingiusto ed anacronistico fare nomi oggi. Aspettiamo”.
 
– Gentile ha perso già più di metà stagione, gli ha parlato?
“Ale sta recuperando. Lo staff è in contatto con lui è la società. Assolutamente seguito e monitorato”.
 
– Come si comportano i tre che giocano in Europa?
“Risultati e prestazioni parlano per loro. Stanno giocando da protagonisti nelle Top16 in Europa, inseriti in sistemi ed organizzazioni di livello”.
 
– Si apre un capitolo nuovo, per la prima volta occorre saldare tre tronconi: quello italiano, il trio europeo e i tre americani…
“Dovremo essere la migliore squadra possibile nel breve tempo a disposizione senza distinzione di alcun tipo”.
 
– C’è chi ha rimproverato a Pianigiani l’errore di essersi appiattito sui giocatori NBA invece di dare maggiori responsabiltà a quelli del campionato italiano: errore da non ripetere?
“Non condivido. Ma voglio e devo guardare avanti, le considerazioni postume oggi sono entrate in prescrizione”.
 
– I tre italiani nella NBA rischiano di fare le valigie fra un mese e mezzo, rimarranno negli Usa fino al collegiale o rientreranno in Italia?
“Dovremo aspettare la fine della regular season per sincronizzare i tempi dell’inizio della preparazione pre-olimpico. Si tratta di procedere all’integrazione a tappe di più giocatori, quindi una preparazione eterogenea, inizialmente concentrata sulle necessità individuali affinché al ” tutti presenti” si raggiunga la massima omogeneità di gruppo”.
 
– Bargnani però potrebbe essere già libero, se non trova una squadra per i playoff?
“Con lui non ho parlato, ci pensa qualcun altro. Mi auguro che possa prendere la decisione migliore per sè e per la Nazionale. Finire bene l’annata può dargli maggiore autostima”.
 
A cura di ENRICO CAMPANA.

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