Novak Djokovic, gli organizzatori dell’Australian Open iniziano a spazientirsi

“Valuteremo nei prossimi giorni, altrimenti sarà troppo tardi per arrivare qui e giocare l’Australian Open”.

La presenza di Novak Djokovic agli Australian Open 2022 continua ad essere avvolta da una nube di mistero. La non obbligatorietà nel dichiarare il proprio status vaccinale ha messo il campione serbo a rischio per la disputa del primo major stagionale: in Australia infatti non si può partecipare ad alcuna competizione professionistica se non muniti di vaccinazione anti-Covid-19. Esistono però, e di questo ha parlato il numero uno di Tennis Australia – l’associazione che organizza ill cosiddetto Happy Slam – Craig Tiley, delle deroghe. Delle esenzioni mediche che ciascun atleta può presentare per “sfuggire” all’obbligatorietà del vaccino. Il caso di Nole però, deve ancora essere analizzato.

“I giocatori non vaccinati devono fare richiesta per un’esenzione medica che, nel loro caso, è molto più rigorosa rispetto a chiunque altro arrivi in Australia”, ha esordito Tiley al giornale Sidney Morning Herald. “Ci sono due comitati medici che valutano ogni richiesta e lo fanno alla cieca: non sanno chi sia il richiedente. Sappiamo di un gruppetto ridotto di atleti che hanno fatto domanda di esenzione e, in certi casi, è stata accolta. Lo status di Djokovic? Avremo un quadro molto più chiaro nei prossimi giorni, perchè altrimenti sarà troppo tardi per arrivare qui e giocare l’Australian Open”, ha chiosato.

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