Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel ha ricordato l'icona del tennis Azzurro, scomparso all'età di 92 anni
Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, ha omaggiato Nicola Pietrangeli, scomparso in mattinata all’età di 92 anni, con una lunga lettera, pubblicata sul sito ufficiale della FITP. “Oggi il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico – ha esordito -. Nicola Pietrangeli non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era più un azzardo”.
“Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più – ha aggiunto il numero uno della Federtennis -. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano. Nel mio ufficio c’è una foto a cui tengo moltissimo: io bambino, raccattapalle in una sfida di Coppa Davis a Cagliari, e davanti a me proprio lui, Nicola Pietrangeli. Ogni volta che la guardo, mi sembra di tornare a quel giorno. E mi rendo conto che, in fondo, tutto per me è cominciato lì”.
“Per me Nicola non era solo il più grande giocatore della nostra storia (due volte campione al Roland Garros nel 1959 e nel 1960, ndr). Era il tennis, nel senso più profondo del termine – ha poi sottolineato Binaghi -. Gli devo molto, come uomo e come presidente. Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi, ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse. A modo suo, Nicola non è mai cambiato: diretto, sincero, incapace di essere banale. Anche quando provocava, lo faceva con un’intelligenza che nasceva dall’amore profondo per il nostro sport”.
“Oggi ci piace pensare che abbia raggiunto in cielo Lea (scomparsa più di un anno fa all’età di 89 anni, ndr), e che insieme stiano già giocando uno straordinario doppio misto, divertendosi come solo loro sapevano fare. Due icone del tennis italiano, inseparabili anche lassù. Ma per noi che restiamo, è un colpo durissimo. Nel giro di poco più di un anno abbiamo perso due pezzi della nostra anima. Due persone che hanno scritto la nostra storia e che continueranno a ispirarci, ogni giorno, dentro e fuori dal campo. Grazie, Nicola. Per tutto quello che ci hai dato, e per tutto quello che continuerai a rappresentare per il tennis italiano” ha concluso il presidente della FITP.