
Nel podcast di Andrea Migno chiacchierata a tutto campo di Jorge Lorenzo sulla MotoGP di ieri e su quella di oggi.
Nel suo podcast Mig Babol l’ex pilota Andrea Migno ha ospitato Jorge Lorenzo, tre volte campione del mondo nella MotoGP e due nella 250. Il 38enne spagnolo di Maiorca ha toccato molti argomenti, a cominciare dalla rivalità con Valentino Rossi quando erano compagni di squadra nella Yamaha.
“All’epoca, quando eravamo piloti, c’era una tensione totale, perché eravamo iper competitivi. Eravamo due due galli, due divi, molto orgogliosi, pensavamo di essere i migliori, nessuno si metteva in giù, quindi era difficile. Stessa moto, stessa squadra, chi vinceva era il migliore, quindi è stata difficile. Già quando lui è andato alla Ducati la nostra relazione è migliorata, perché eravamo lontani. Quando abbiamo smesso non c’era per noi più bisogno di essere il gallo del pollaio”.
“Oggi non posso dire che siamo siamo amici, però abbiamo una relazione cordiale, lui mi ha invitato, per esempio, al ranch È stato molto divertente. Mi hanno lasciato una moto che avevano senza allenarmi ed è stato difficile perché è una pista lunga e complicata e se non ti alleni ogni giorno è difficile, però l’importante era divertirsi”.
Poi Lorenzo è passato a parlare di alcuni suoi avversari, primo fra tutti Daniel Pedrosa: “Il suo punto forte era il pickup che era estremamente sensibili pulito, quindi in condizioni di poca pioggia o di grip precario, era fortissimo. Lui ha un merito tremendo perché nessun pilota di 50 kg e della sua statura ha fatto quello che ha fatto lui in MotoGP. Però era molto debole in frenata a causa della sua mancanza di forza e di statura, che non lo aiutava nelle frenate e nei cambi di direzioni. Era così piccolo, aveva le ossa deboli e quando cadeva si spaccavano”.
Quindi lo spagnolo ha grandi elogi anche per Casey Stoner: “Lui era quello con più istinto, più talento, capiva subito i limiti della pista. Se le gare si fossero fatte senza prove libere le avrebbe vinte tutti. Capiva sempre il limite in ogni situazione, in ogni circuiti, lo faceva prima di tutti. Nelle prime prove libere era sempre avanti di due secondi, poi però pian piano lo riprendevamo”.
Infine, un giudizio sui due grandi protagonisti della MotoGP di oggi, cominciando da Marc Marquez, che era già stato un suo rivale, per concludere con Pecco Bagnaia: “Marc è un talento della natura, anche fisicamente molto forte. Grande fisico, grandi riflessi, bravissimo nello staccare, stacca tardissimo nelle curve di sinistra, usa poco il frano. Il punto debole è quello che lo ha fatto diventare così forte: non ha paura. Certe volte ha troppa ambizione e nel passato ha fatto errori che gli sono costati gravi infortuni a causa di quella ambizione di vincere sempre”.
“Bagnaia mi piace perché non molla. Mi piace e lo difendo, pure perché un po’ come me. Lui è pilota perfettino ha bisogno tutto sia in ordine, ha bisogno che la moto sia molto stabile e abbia molto grid avanti. Quindi se lui non trova questo questa sensazioni soffre di più che un Stoner e un Marquez”.