Josep Garcia, eccellenza in sella: “Porterei in moto Jannik Sinner e Carlos Alcaraz”

Pluricampione del mondo in sella alle enduro, il pilota catalano ha parlato a cuore aperto, in esclusiva, a Sportal.it.

Pur reduce da una carriera fenomenale, culminata in un 2024 ricco di successi e caratterizzato dalle vittorie nei Mondiali Enduro1 ed EnduroGp, oltre a quella nell’International 6DAYS of Enduro, Josep Garcia non è certo uno che vuole accontentarsi. Intervistato in esclusiva da Sportal.it nella sede di Airoh, ad Almenno San Salvatore (Bergamo), il campione classe 1996 ha parlato non solo delle sue vittorie, ma anche della grande rivalità, trasversale nel mondo dello sport, fra Italia e Spagna.

Garcia, in particolare, viene dalla Catalogna, una regione ricca di campioni: “È vero, siamo in tanti nel mondo delle moto al massimo livello: io ho vinto nell’Enduro ma c’è anche Toni Bou nel Trial, oltre ai tanti piloti protagonisti in MotoGp. Forse nella MX manca qualcuno ma ci sono piloti bravi, che rappresentano un posto bello in cui ci si può allenare bene. Perché non ho scelto la MotoGp come i fratelli Marc e Alex Marquez? Ho iniziato dal motocross, ho corso anche un pochino sulla strada ma è nell’enduro che sono riuscito ad ottenere il massimo”.

Il primo titolo mondiale di Garcia risale al 2017, nella classe Enduro2: “Gli stimoli ci sono sempre, ho vinto il mio primo Mondiale quando avevo 20 anni e non c’è motivazione migliore di cercare di riprovare le stesse sensazioni. Dico sempre che se hai vinto una volta vuoi farlo anche la seconda, la terza e così via. Mi diverto con la moto, guidarla è ciò che mi piace più al mondo”.

Anche nell’Enduro è spesso Italia-Spagna, come sta accadendo in altri sport e, in particolare, nel tennis. Garcia, riguardo a questo tema, ha le idee ben chiare: “Jannik Sinner e Carlos Alcaraz? Mi piacerebbe portarli in moto con me, è bello avere una rivalità così fra atleti. Per quanto mi riguarda mi capita spesso di lottare con Andrea Verona, lottiamo sempre al massimo delle possibilità: in pista c’è battaglia, ma dopo la gara ci rispettiamo. Anche questo è il bello dello sport”.

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