
"Vasseur non ha il potere che aveva uno come Jean Todt. Le difficoltà non stanno nelle sue scelte, ma in alcune persone".
Jean Alesi ha parlato a La Stampa di quanto successe nel 1995, anno della sua unica vittoria in Formula 1: “Feci un buon inizio di stagione, poi quel giorno volevo vincere a tutti i costi“. Memorabile il giro di rientro, quando, senza benzina sulla sua Ferrari, accettò un passaggio da Michael Schumacher: “Quel giorno lo vidi emozionato per me, dato che era la mia prima vittoria. Mi disse che ero stato bravo, mi abbracciò nel parco chiuso. Con lui ho sempre avuto un rapporto meraviglioso e per questo non ci rimasi male quando, l’anno seguente, prese il mio posto in Ferrari”.
“I tifosi Ferrari mi spingevano perché volevano il Mondiale, poi hanno capito che le macchine che ho guidato non potevano vincere il campionato. Ma nonostante tutto ho dato l’anima, ogni goccia di sudore, per arrivare davanti il più possibile, e questo lo hanno apprezzato tanto”.
Spunta anche un paragone con Charles Leclerc: “Sono stato un po’ come lui, sì. Sfortunato perché non ha avuto la macchina per arrivare a lottarsela fino in fondo per un Mondiale. Per me resta il pilota più forte della griglia per talento, mi auguro possa avere una chance in futuro”.
Chiosa sulla Ferrari: “Vasseur non ha il potere che aveva uno come Jean Todt. Le difficoltà non stanno nelle sue scelte, ma in alcune persone che oggi all’interno della Ferrari vogliono comandare e non sono competenti. Credo che Lewis possa presto tornare ai livelli, si tratta di adattarsi bene all’auto”.