Roma-Milan: Pagelloide rossonero

Alessandro Jacobone, leader dei Non Evoluti, dà i voti agli uomini di Gattuso.
 
Donnarumma 8: se non capitoliamo in quel di Roma, è solo merito suo. Nonostante la stazza da bronzo di Riace, riesce a bloccare i precisi tap in giallorossi che tutti noi avevamo visto in già in rete. La continuità che sta fornendo dovrebbe suggerire il silenzio a chi lo ha colpito con ferocia nei suoi momenti difficili. E’ un fenomeno, perchè parare così non è cosa per portieri normali.

Calabria 6: Davidino risulta ancora una volta tra i più ordinati della retroguardia rossonera. Cerca di spingere senza mai porgere il fianco agli scomodi residenti della fascia di sua competenza, ma non trova la collaborazione dei suoi compagni di “catena”. 

Musacchio 5: inizia la gara con due incertezze che fanno capire che non è una serata facile. Forse memore di quello Dzeko che lo fece impazzire ai tempi della sfida Roma-Villareal, impiega tempo per riprendere in mano la gara. Un suo intervento atto a interrompere l’azione giallorossa mette in difficoltà Donnarumma, costretto a concedere a Zaniolo la palla del pareggio. Cresce nella ripresa ma non basta. 
 
Romagnoli 6: lotta come solo lui sa fare, coprendo le falle createsi per via di un centrocampo non in giornata che creano pericolose voragini. Lo fa a volte con un affanno non da lui, ma sono tutti suoi gli interventi a liberare l’aria.

Rodriguez 5,5: lavoro difensivo pressocchè sufficiente, meno la spinta che viene a mancare e che costringe la squadra a non respirare dalla sua parte.

Kessie 5,5: alterna buone intuizioni e interventi in copertura di buona fattura ad errori figli del suo consueto vagare disattento. Sceglie spesso la peggiore soluzione di passaggio e questo fa arrabbiare compagni e mister. 

Bakayoko 5,5: lui e Frank avrebbero dovuto divorarsi il centrocampo giallorosso, orfano degli interpreti di peso, Cristante e Nzonzi. Trova invece una gara opaca e costellata di piccoli errori, grazie a Dio non letali, che però non gli permettono di dominare il campo come è stato solito fare ultimamente.

Paquetá 6,5: la giocata in occasione del vantaggio dei ragazzi meriterebbe un sette pieno e alcune giocate, sopratutto nella prima parte della gara, dimostrano che è un gioatore di qualità assoluta. Ma voglio toglier lui mezzo punto per alcune situazioni che lo vedono perder palla per la poca grinta senza rincorrere gli avversari. E dato che sei una mezzala e non giochi in spiaggia a Rio, serve che gli venga ricordato come lo ha fatto Gattuso per tutta la gara.

Castillejo sv

Suso 4: sembra voglia farci il favore di stare in campo. Per quanto mi riguarda, può sedersi tranquillamente in panchina per alcune gare. Apatico e con sempre gli stessi movimenti ai quali non cade in tranello più nessuno, non offre copertura al buon Calabria, che è costretto agli straordinari. Inutile

Laxalt  6: pochi minuti come i compagni subentrati, ma entra in partita immediatamente. Trova un tiro con il suo piede sordo, che avrebbe regalato i tre punti. Ma sarebbe stato troppo per questo Milan di stasera.

Piatek 7: una palla arriva in area e lui la trasforma in goal, recuperando tre metri in due passi al buon Fazio che sta cercando ancora di capire da dove sia sbucato. Continua la gara facendo a sportellate e regalando uno stop su un lancio proveniente da centrocampo, degno dei migliori attaccanti. 

Cutrone sv

Calhanoglu 5,5: schierarlo come terzo d’attacco, è fargli male. Fino a quando gioca in quella posizione, offre una gara insufficiente e di poca spinta. Non risulta mai pericoloso e non va mai al tiro, limitandosi al fraseggio a centrocampo, fine a se stesso. Meglio da mezzala, suo ruolo naturale e dove dovrebbe giocare sin dall’inizio, qualora lo si voglia schierare ad ogni costo.

Gattuso 5: avrebbe dovuto azzannare una Roma ferita e sotto contestazione, invece prepara la gara nella maniera più sbagliata. Con i timidi minuti iniziali, regala ossigeno ai giallorossi che ringraziano per la gentile concessione restando sempre in partita. Offre l’immunità ad un impresentabile Suso, quando i cambi, arrivati troppo tardi, hanno dimostrato quanto si potesse riprendere in mano l’inerzia della partita. Potevamo fare Bingo, ma a quanto pare, ero tra i pochi a crederci davvero.

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