Cagliari-Juve, interviene Christian Manfredini

Continuano a far discutere gli ululati razzisti nei confronti dei giocatori della Juventus Moise Kean e Blaise Matuidi, arrivati ieri durante il match col Cagliari alla ‘Sardegna Arena’. Dura la presa di posizione via social di diversi calciatori di colore, vittime come i due calciatori del club piemontese di episodi simili.

Calciomercato.it ne ha parlato con l’ex calciatore Christian Manfredini, arrivato dalla Costa d’Avorio in Italia all’età di cinque anni, adottato da una famiglia campana: “Non sono d’accordo sulla richiesta di sospendere le partite da parte dei giocatori in campo – esordisce Manfredini, cresciuto nel settore giovanile della Juventus -. Se c’è una regola è l’arbitro che deve farla rispettare e, nel caso, sospendere la gara. Ma i giocatori sono dei professionisti e non si devono fare giustizia da soli. Ci sono passato anche io, adesso le cose sono leggermente migliorate, anche se l’Italia non si è ancora abituata. I calciatori che scendono in campo non è detto che debbano esseri insultati, anzi. Ma devono essere al di sopra di tutto. Non dico che non sia giusto sospendere le partite, sia chiaro, ma deve essere l’arbitro a farlo e non un calciatore”. “L’Italia non è un paese razzista, ma non è ancora ai livelli di Francia o Belgio, dove i ragazzi di colore sono entrati ormai nel tessuto sociale da tempo. Anche io, quando non venivo riconosciuto, sono stato vittima di insulti a sfondo razziale. Adesso va molto meglio, non si può dire che il nostro sia un paese razzista” aggiunge Manfredini.

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