Allegri saluta la Juventus tra le lacrime

La conferenza d’addio. Con tanto di convitato di pietra. Max Allegri e la Juventus si sono salutati almeno in maniera ufficiale, in attesa delle ultime due gare di campionato e della festa per lo scudetto, attraverso l’annunciata conferenza stampa congiunta con il presidente Agnelli.

Molto attesa, la chiacchierata con i giornalisti è durata poco meno di un’ora, alla presenza dell’intera squadra, ma non dell’intera dirigenza. Presente infatti il ds Fabio Paratici, ma non il ds Pavel Nedved, visto da molti come l’artefice del ribaltone, come colui che ha convinto il presidente a voltare pagina dopo cinque anni.

La commozione l’ha fatta da padrona, fin dalle parole introduttive di Agnelli: “Oggi siamo qui per celebrare Max Allegri capace di vincere cinque scudetti consecutivi e di entrare nella storia di questo club. Questa è stata la decisione più sofferta da quando sono alla guida di questa società. A Max ci legherà sempre stima, affetto, amicizia, riconoscenza e tante vittorie. Io ho trovato un amico sincero con cui potermi confidare su tanti argomenti. La Juve ha una sua storia, tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Da me ai magazzinieri”.

Poi una specificazione sulla conferma di Allegri annunciata dopo l’eliminazione contro l’Ajax: “Quando ho parlato anticipando la permanenza di Max dopo la partita contro l’Ajax ero sincero, poi sono seguite riflessioni che dimostrano la capacità di un gruppo di mettersi in discussione. Abbiamo capito insieme che questo era il momento giusto per chiudere un ciclo storico”.

Nessun riferimento al prossimo allenatore da parte di Agnelli, che non ha risposto a una domanda su Antonio Conte: “Non risponderò a nessuna domanda su chi sarà l’allenatore della Juventus nella stagione 2019-2020. Come ha detto Max un allenatore arriverà. Ne parleremo a tempo debito”.

Poi finalmente parola ad Allegri: “Ringrazio il presidente e i ragazzi per quanto mi hanno dato. Lascio una squadra vincente che può ripetersi in Italia e fare meglio in Europa. Quando ho deciso di non restare? Ci siamo confrontati poi la società ha fatto le proprie valutazioni, ma i rapporti con presidente e dirigenti restano straordinari. Specifico che non ho mai chiesto aumenti d’ingaggio o campagne acquisti faraoniche. Semplicemente abbiamo capito di doverci separare”.

Nessuna anticipazione sul proprio futuro: “Adesso pensiamo a giocare domani e festeggiare, poi vedremo. Una pausa può farmi bene, poi da luglio potrebbe tornarmi la voglia di lavorare. Valuterò eventuali proposte, se no starò fermo e mi dedicherò ai miei affetti”.

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