
Tanti gli ospiti presenti in occasione del taglio del nastro a Milano di Back in the Game, il nuovo format di Sky nel quale Jury Chechi ha esplorato storie di fiducia, forza interiore e umanità legate a grandi sportivi italiani ma anche a uomini di spettacolo. Sportal.it ha intervistato in esclusiva Bruno Cerella, ex cestista della Nazionale e di svariati club italiani che ha anche il grande merito di avere creato Slum Dunk, un’associazione capace di migliorare le vite di bambini e ragazzi che affrontano condizioni di svantaggio sociale, fragilità o discriminazione.
Bruno, come sta andando la vostra associazione? Quali sono i nuovi progetti su cui state lavorando? Siete sempre attivi.
Stiamo cercando di rendere l’associazione sempre più sostenibile, soprattutto consolidando i progetti sul territorio italiano. In questo momento ci stiamo concentrando molto su Milano, ma non solo. Abbiamo capito quanto sia importante poter dare un contributo concreto anche qui, usando lo sport come strumento educativo e di promozione di valori positivi.
Parlando invece di basket… sarà ancora una sfida tra Milano e Bologna? O ci aspetta qualche sorpresa?
È vero, lo scorso anno la semifinale è stata decisamente più “da finale” rispetto alla vera finale, quella contro Brescia. A essere onesti, credo che Milano abbia un talento superiore e una rosa più lunga. E in una competizione così intensa, con partite una dietro l’altra, questi fattori pesano. Mi auguro davvero che Milano faccia una grande stagione, anche per permettere a Ettore Messina di divertirsi e vincere ancora. E lo stesso vale per Peppe Poeta, che fa parte dello staff: faccio un grande in bocca al lupo a tutti.
Quanto pesa, a livello psicologico e simbolico, questa prima stagione senza Armani?
Tantissimo. Sappiamo tutti che gran parte di ciò che è oggi la pallacanestro milanese lo si deve a lui, al signor Giorgio e a tutta la grande famiglia Armani. Hanno creduto nello sport e investito per mantenere l’Olimpia ad altissimi livelli. Mi auguro che la squadra possa ripagare tutto questo con un pensiero speciale rivolto al cielo, per lui.
Da ex avversario, cosa pensi del ritorno di Cantù in Serie A?
Sono contento? Assolutamente sì. Cantù è una piazza che non dovrebbe mai mancare in Serie A. Mi auguro che la società riesca a trovare stabilità ed equilibrio, anche a livello finanziario, per potersi mantenere ad alti livelli. Il basket italiano ha bisogno di realtà così solide e appassionate.