L’immagine della toscana ha fatto il giro del mondo. "Lì per lì non mi sono accorto quanto fosse potente" ha sottolineato l'autore, il talentuoso fotografo italo-australiano.
Ray Giubilo a Torino ha presentato il suo nuovo volume (Flying Raquets, edito per Allemandi) dedicato a due mondi che conosce perfettamente: quello della fotografia, di cui è un quotatissimo esponente, e quello del tennis. Sportal.it lo ha intervistato parlando con lui anche di Jannik Sinner, di Jasmine Paolini e della foto dell’anno.
“Non conosco di persona il campione altoatesino – ha spiegato l’italo-australiano -. Posizionato a bordo campo ho però visto tanto di lui. Da fuori può sembrare freddo, perfetto. In realtà l’ho visto arrabbiarsi col suo box, con se stesso, con gli arbitri. Ci sono lati del suo carattere che si possono cogliere solo stando lì, in silenzio, a pochi metri di distanza”.
“È nata in totale relax la ormai celebre foto di Jasmine – ha quindi precisato -. Stavo facendo degli esperimenti con tempi lunghi, avevo dei ritratti in mente. Ero dietro la rete, avevo solo un piccolo spazio tra la telecamera e il paletto. Lei è passata, ha fatto un dritto, poi tornando verso la linea ha fatto quel gesto con la racchetta in mano. Ho scattato due foto. In quel momento non avevo capito quanto fosse potente lo scatto. Poi l’ho rivista, l’ho pubblicata, e ha fatto il giro dei social anche grazie a una musica perfetta che ha creato un’atmosfera quasi surreale”.
“Sono molto concentrato sul lavoro – ha concluso -. Se guardi la partita perdi lo scatto giusto. Sto quasi sempre su un giocatore, salvo quando sono in alto e riesco a fare scatti più ampi, tipo nel doppio. Tengo un occhio anche sul punteggio: capisci quando potrebbe arrivare un gesto forte, una reazione emotiva o un momento plastico”.