
L'Azzurro è apparso molto sconsolato in conferenza stampa dopo il ko con Kamil Majchrzak all'esordio a Wimbledon
Matteo Berrettini ha commentato il ko con Kamil Majchrzak al primo turno di Wimbledon in conferenza stampa. “Ci eravamo allenati insieme mercoledì e mi aspettavo un buon livello – ha esordito -. Ha giocato una partita solida. Congratulazioni a lui, ha giocato una bella partita”.
“La partita è appena finita, forse dovrei aspettare un attimo a esprimermi – ha aggiunto il romano -. Ma il tennis è stato piuttosto complicato per me nelle ultime settimane. Penso che in campo ve ne siate accorti. Mi dispiace per le persone che mi hanno aiutato ad arrivare qui, tutti quelli che dal lato fisico mi hanno aiutato e non solo. Onestamente però questo non è il modo in cui voglio stare in campo. Ho bisogno di prendermi del tempo e pensare al mio futuro perché questo non è il modo in cui voglio stare in campo”.
“Il problema? Beh, non ho avuto modo di giocare con un professionista fino a martedì scorso. Da un certo punto di vista mi sono sorpreso del livello che ho. Però devo trovare un modo diverso per stare in campo perché inizia a essere un po’ pesante. Il mio team pensava che forse qui mi sarei sentito meglio, ma non ha funzionato. Devo prendermi un po’ di giorni”.
“Fisicamente non mi sono neanche sentito così male – ha spiegato l’Azzurro -. Quello che non c’è stato è il mio solito atteggiamento, quello che ha caratterizzato la mia carriera. Sono state settimane difficili. Tanti down, tanti momenti in cui dovevo decidere se provarci o no. Ricadute su ricadute, è stato complesso. Fondamentalmente sono un po’ stanco, stanco di dover sempre rincorrere le cose. Per quello ho bisogno di giorni perché per come sono io stare in campo così non è quello che voglio. Mi dispiace per i ragazzi che mi stanno aiutando e per i miei genitori, non sono riuscito nemmeno a caricarmi. Ero piatto. Spero sia solo un passo falso che poter girare”.
Chiosa sullo stato mentale: “Forse mi sono rotto anche lì. Per tutto quello che prima è successo. Troppe volte ho messo davanti la parte fisica a quella mentale, ho messo più attenzione alla parte fisica per cercare di rientrare senza dare importanza a come mi sentivo nel mentre. Ma siamo persone normali che vengono messe davanti a decisioni. E non è semplice quando c’è la competizione di mezzo. Oggi probabilmente non mi sentivo pronto a competere da un certo punto in poi. E senza quell’energia lì è difficile. Non so bene cosa devo fare e cosa mi aspetta. Normalmente mi prendo le colpe, ma questa volta mi sento che sono giù e che è un po’ normale visto quello che è successo in tutti questi anni. Ci sta che uno si senta un po’ stanco e abbia bisogno di tempo per riflettere e capire cosa fare”.