Jannik Sinner prova a spiegare cosa non va

Il tennista altoatesino dopo il ko a Indian Wells: “Era come se non riuscissi a muovermi bene, i tre giorni passati dalla prima partita a questa hanno influito”.

Jannik Sinner ha analizzato così ad Ubi Tennis la sua sconfitta contro Taylor Fritz: “In campo non avevo buone sensazioni. Non mi sentivo bene sulla palla, era come se non riuscissi a muovermi bene. Ma ho provato a lottare fino alla fine. Lui sicuramente ha giocato meglio di me, io ho però ho avuto tante palle break, le mie chances le ho avute, penso al primo game del secondo set. Poi ho servito io, ho avuto le palle per andare 1-1 ma non ce l’ho fatta”. 

“Cose che normalmente faccio non mi sono riuscite. Comunque, nonostante la giornata opaca, sono rimasto lì fino alla fine, ho fatto un controbreak e sono andato vicino a procurarmi le occasioni per il secondo. Quest’anno ho già perso alcune partite in modo simile, ma ogni partita ha un suo perché”.

Il ritiro di Isner e i tre giorni di pausa tra una partita e l’altra hanno influito: “Quando ero in camera di chiamata con Riccardo Piatti prima del match gli ho detto che mi pareva di dover giocare un altro primo turno, perchè sono passati tre giorni dalla prima partita a questa. Quando passa questo tempo non è molto semplice presentarsi in campo subito pronto in tutto e per tutto, specie se trovi poi un avversario in fiducia come Taylor, che aveva battuto Berrettini giocando un ottimo tennis (anche se Matteo non era al meglio). Noi ci siamo allenati tanto, abbiamo fatto il massimo che potevamo. Inoltre non devo trovare scuse. Quando c’è un forfait di un avversario non è che ti rifiuti di andare avanti senza giocare, inoltre John si è ritirato per un buon motivo, ossia la nascita di un figlio”.

Le chance per ribaltare il match ci sono state ma non sono state sfruttare: “Ma questa partita la potevo vincere anche io: se sul 4-2 del primo set avessi tenuto meglio l’angolo sarei andato 5-2 e servizio. Nel secondo set, se avessi fatto il break al primo gioco, sarebbe stata un’altra partita. Ma con i se non si va da nessuna parte, è andata così. Lui si è sentito bene contro di me, e io dovevo sicuramente fare prima quello che ho fatto verso la fine del match, ossia cambiare qualcosa dal punto di vista tattico”.

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