Ivan Ljubicic mette in guardia Jannik Sinner dopo il malore

Articolo di Luca Giorgetti

L'ex coach di Roger Federer ha mandato un chiaro avvertimento al numero uno del mondo in vista degli Us Open

Ivan Ljubicic ha rilasciato una lunga intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ dopo la finale del Masters 1000 di Cincinnati tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, in cui il numero uno del mondo è stato costretto al ritiro dopo soli 23 minuti di gioco per un malore.

Con gli Us Open alle porte, L’Azzurro non ha molto tempo per recuperare: “Dipende da quanto dura. Se recupera in 2-3 giorni, non ci sarà nessun contraccolpo. Se invece deve stare a risposo per tutta questa settimana, allora diventa complicato ritrovare la forma necessaria per vincere uno Slam. Anche se nei primi turni Jannik avrà avversari più abbordabili, la distanza dei tre set su cinque, il caldo e l’umidità di Flushing Meadows potrebbero fargli perdere tante energie”.

“Quando i 1000 duravano una settimana, i giocatori potevano gestire meglio i tempi di recupero e di allenamento – ha aggiunto l’ex coach di Roger Federer -. Ora è molto più difficile. Quello che abbiamo visto a Cincinnati fa riflettere. Non riesco a capire perché si insista a far giocare con quel caldo e quella umidità. Gli atleti rischiano di farsi male, il pubblico non si diverte. Bisogna fare qualcosa”.

Nello Slam newyorkese Sinner e Alcaraz potrebbero sfidarsi per la terza volta in finale in un Major nel 2025: “Difficile fare un pronostico su una partita che, nell’eventualità, si giocherebbe tra quasi tre settimane. Non contando giustamente Cincinnati, Alcaraz è avanti 5-2 negli scontri diretti sul cemento. Allo stesso tempo, il miglior Sinner si esprime su questa superficie. Tutto considerato, mi viene da dire che partirebbero alla pari, anche perché le loro sfide sono sempre molto combattute. Di certo sono nettamente davanti a tutti gli altri, mi sorprenderebbe se non arrivassero in fondo, col punto interrogativo della salute di Jannik”.

“La superficie è molto importante – ha spiegato l’ex tennista -. A Wimbledon, per esempio, Sinner ha spinto molto sul dritto di Alcaraz: sull’erba funziona, sulla terra no. Solitamente a New York i campi sono abbastanza veloci: le traiettorie alte non pagano, bisogna muoversi molto bene ed essere fisicamente al 110%. Questo è un torneo che richiede molto e che impone un tennis aggressivo. Lo praticano entrambi, nel caso di Alcaraz le varianti del top spin pronunciato e delle smorzate pagano un po’ meno. Bisognerà anche vedere il livello del servizio”.

Laureato in Economia alla Bicocca di Milano, e specializzato col Master in Sport Business Management, collabora per Sportal.it scrivendo articoli di ogni sport dopo l'attenta analisi di dati, fonti e statistiche. In particolare, è appassionato di tennis, che pratica a livello agonistico, e calcio.

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