Nelle interviste del dopo gara, Lando Norris è stato contestato dal pubblico: scoperto perché non piace in Messico, ha risposto a modo suo.
Al termine del Gran Premio di Città del Messico non sono passati inosservati i fischi che il pubblico ha riservato a Lando Norris, vincitore della gara, mentre rispondeva a caldo alle domande di James Hinchcliffe. La reazione del pubblico dalle tribune ha inizialmente lasciato interdetti sia il pilota McLaren che il “Sindaco” della IndyCar. Solo in seguito sono arrivate le spiegazioni all’accaduto, che il nuovo leader del mondiale piloti Formula 1 ha comunque voluto respingere al mittente.
A parlarne è stato proprio un giornalista messicano, Carlos Jalife di ‘Fast Mag’, secondo cui gli appassionati locali della Formula 1 hanno sviluppato un’antipatia nei confronti di Norris in occasione del Gran Premio d’Italia corso lo scorso settembre. A Monza, come noto, Norris si classificò davanti a Piastri per un ordine di scuderia della McLaren. Decisione che in Messico non sarebbe stata a tutt’oggi ancora digerita.
Questa giustificazione, però, non sembra aver impressionato Norris. “La gente può fare quello che vuole, e se vuole fischiare ha il diritto di farlo. Lo penso sinceramente – ha affermato l’inglese della McLaren -. Lo sport funziona anche così, personalmente però quando il pubblico mi contesta non riesco a smettere di ridere. Non so perché, ma è così. Poi se vogliono continuare a farlo, lo facciano. Preferirei che non lo facessero, ma se così dev’essere non ho problemi”.
Norris si è quindi sentito in dovere di tornare sull’episodio di Monza: “In McLaren, come team, cerchiamo sempre di agire nel modo più corretto. Anche l’anno scorso in Ungheria potevo vincere, ma ho dovuto lasciar passare Oscar ed è stato lui ad aggiudicarsi una gara in cui meritava di essere primo. A Monza non è successo niente di diverso, sono stato danneggiato da una decisione della squadra che lo ha fatto rientrare ai box per primo e in quel caso meritavo di essere davanti io. La gente poi è libera di pensare ciò che crede”.