Ivan Capelli spinge la Ferrari a Monza: “Se la fortuna gira… “

Articolo di Martino Davidi

Sportal.it ha parlato in esclusiva con l’ex pilota della Rossa.

A Monza, in occasione della presentazione del Gran premio d’Italia di Formula 1, c’era anche Ivan Capelli, ex pilota di Ferrari e Tyrrell tra le altre. Sportal.it lo ha intervistato in esclusiva.

Come arriva la Ferrari a Monza?
La Ferrari arriva con qualche cerotto, perché la sfortuna del Gran premio d’Olanda si è fatta sentire. Ma Monza è un posto speciale, una pista unica nel Mondiale: la più veloce, con dinamiche estreme. I piloti devono riabituarsi a frenate violente e a vetture scariche. Qui non si corre con carichi aerodinamici medi o alti, come nella maggior parte dei circuiti. Si vedrà un’estremizzazione della potenza e dell’efficienza della parte elettrica.

I miracoli possono ancora accadere a Monza?
Sono già successi, e potrebbero ripetersi. Nel 1988 la McLaren con Prost e Senna sembrava imbattibile, destinata a vincere tutte le gare del campionato. Ma a Monza Senna ebbe un contatto alla prima variante, Berger era secondo, Alboreto terzo, e fu la Ferrari a vincere, interrompendo un dominio totale. Quel giorno è entrato nella storia.

C’è da aspettarsi qualcosa anche quest’anno?
Sì, anche per l’arrivo di Lewis sulla pista della Ferrari. Monza ha sempre un’energia diversa. Con tutto il rispetto per Imola, che è un signor circuito e propone uno splendido ambiente, quando arriva il Gran Premio d’Italia, la scuderia di Maranello ci arriva con un altro spirito. C’è un coinvolgimento totale: dai meccanici agli ingegneri, tutti sono concentrati sul dare il massimo. Se la sfortuna accumulata fin qui dovesse finalmente girare, magari si potrà pensare davvero a un colpo a sorpresa, come quello sfiorato da Charles l’anno scorso.

Le recenti dichiarazioni dei due hanno fatto discutere. Hanno detto che forse la Ferrari merita altri piloti.
Sì, non è stato facile sentire quelle parole. In una Formula 1 così tirata, anche un decimo fa la differenza. A Zandvoort, tra primo e secondo, c’erano solo 12 millesimi. Oggi mezzo decimo può voler dire cinque posizioni in griglia. Gli ingegneri e i piloti lavorano al limite, ed è normale che quando si perde così poco ma si scivola indietro, cresca la frustrazione. Da lì nascono anche certe dichiarazioni. I piloti danno tutto, ma a volte non basta.

E Antonelli? C’è grande attesa anche per lui.
Kimi arriva all’appuntamento in un momento delicato, soprattutto a livello mentale. La pausa estiva avrebbe dovuto aiutarlo a ricaricarsi, ma i primi segnali in Olanda non sono stati positivi. Detto questo, ogni gara è un’occasione per ricominciare. Hadjar, per esempio, ha dimostrato che con costanza si può costruire una crescita vera. Da Antonelli ci si aspetta tanto, anche perché guida per Mercedes. Ma il confronto con George Russell pesa: sette anni di esperienza alle spalle, e una carriera in cui è riuscito a mettere sotto pressione persino Hamilton. Spesso dimentichiamo che, dietro a quei volti da ragazzi, ci sono professionisti con carichi enormi sulle spalle.

 

Grande appassionato di sport, è stato un discreto lanciatore di peso ma ha dovuto smettere per problemi ai tendini. Ciò non gli ha impedito di mantenere i legami con il magico mondo dell’atletica. Gli piace scrivere, ma anche leggere: il suo autore preferito è Stephen King e spera di poterlo incontrare un giorno.

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