Truffa al Mondiale di cross: bici col motore

Da qualche anno si vocifera dei famigerati motori nascosti nelle biciclette dei ciclisti professionisti. Dubbi erano stati avanzati su Cancellara, su Hesjedal e sulla Movistar. Ma finora nulla era stato comprovato e tutto è giustamente terminato nel fascicolo delle leggende metropolitane.

A Zolder, in Belgio, la solfa è ben diversa. Ai Mondiali di ciclocross, infatti, la ‘padrona di casa’ Under23 Femke Van Den Driessche (campionessa europea Women Youth) è stata smascherata grazie a un controllo tecnologico dell’UCI: sulla sua bicicletta è stato trovato un sofisticato quanto piccolo motore.

La giovane atleta, neanche a dirlo, non era nemmeno riuscita a finire la gara. Nonostante questo, pochi minuti dopo, l’UCI ha individuato il motorino e lei potrebbe passare dei guai seri: se fosse accusata di ‘frode tecnologica’ rischierebbe una squalifica minima di 6 mesi e una multa compresa tra 19mila e 192mila euro. Peggio andrebbe alla squadra di appartenenza, sanzionabile fino a un milione di franchi svizzeri.

La Wilier Triestina, azienda veneta che produce le biciclette dell’atleta belga, non ci sta. L’amministratore delegato Andrea Gastaldello non solo ha preso le distanze, ma ha anche annunciato di adire le vie legali per tutelare l’immagine della società: “Siamo letteralmente esterrefatti, in qualità di principale partner tecnico, ci sembra doveroso prendere le distanze da questo gesto assolutamente in contrasto con i valori fondanti della nostra azienda, nonché con i principi alla base di ogni competizione sportiva. Davvero inaccettabile che in queste ore l’immagine delle nostre bici stia facendo il giro dei media internazionali a causa di questo spiacevole fatto. Lavoriamo quotidianamente per diffondere nel mondo la qualità dei nostri prodotti e sapere che una bici Wilier Triestina viene meschinamente manomessa ci rattrista molto. La nostra società si riserva infatti di intraprendere azioni legali contro l’atleta e gli eventuali responsabili di questa gravissima vicenda, al fine di salvaguardare il buon nome e l’immagine dell’azienda, contraddistinta da professionalità e serietà in 110 anni di storia”.

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