Alla presentazione delle nuove produzioni originali e dei prossimi eventi live di Sky Sportal.it ha intervistato in esclusiva Gianluca Di Marzio, che con Alessandro Bonan e Fayna è pronto a raccontare in giro per l’Italia tutte le trattative del mercato invernale con “Calciomercato – L’Originale”.
Che tipo di mercato ci aspettiamo e quali sono, secondo te, le società di Serie A che hanno più bisogno di intervenire?
Sicuramente il Milan, la Roma, il Napoli. Il Milan davanti è ormai costretto a muoversi, anche alla luce dell’infortunio di Giménez. Vedremo se quello relativo a Fullkrug sarà il primo e l’unico intervento. La Roma, invece, al di là della crescita di Ferguson, ha bisogno di cavalcare l’onda positiva anche in classifica. Serviva un attaccante con caratteristiche diverse e Zirkzee resta l’obiettivo numero uno. Il Napoli di Aurelio De Laurentiis vorrebbe intervenire a centrocampo, soprattutto per via dei tanti infortuni. Però molti club, in questo momento, sono in attesa. Credo che la prossima settimana, intorno al 20, sarà decisiva per capire quali società potranno davvero operare sul mercato e a quali condizioni, in base agli indici di liquidità e solidità. Solo allora si capirà chi potrà fare mercato e chi, eventualmente, potrà muoversi solo attraverso delle uscite. Molti stanno preparando il terreno, ma senza sapere ancora se potranno davvero sedersi al tavolo.
Restando al Napoli, ha diversi centravanti con caratteristiche simili. Non pensi che questo possa essere il momento giusto per mandare Lucca altrove?
Sì, è una possibilità, ma tutto dipende dalla formula. Il Napoli ha preso Lucca in prestito con obbligo di riscatto dall’Udinese, che scatterà a fine stagione. Per cederlo ora, bisognerebbe anticipare il riscatto e poi girarlo nuovamente in prestito. È difficile pensare che oggi qualcuno si accolli un’operazione da 35 milioni di euro. Chi lo vuole, lo vuole in prestito. Quindi la domanda è: il Napoli è disposto ad anticipare il riscatto per poi mandarlo a giocare altrove? Io credo che Lucca abbia bisogno di continuità. Con l’arrivo di altri attaccanti, i suoi spazi rischiano di ridursi ulteriormente, a meno che Conte non decida di cambiare di nuovo sistema e giocare con due punte più vicine. Ma così si perderebbe la fantasia di Neres o di Noa Lang. Mi sembra complicato, anche se il prestito resta una soluzione possibile.
Ultima domanda sulla Fiorentina. La situazione sembra peggiorata in modo inatteso. Dove vedi il problema principale?
Quando sei ultimo in classifica e non vinci, è chiaro che tutto diventa fragile, anche davanti. Kean, per esempio, non sta rispettando i numeri che ci si aspettava. Ci sono tre prime punte, Kean, Dzeko e Piccoli, ma Piccoli, pagato circa 30 milioni, fa fatica a essere protagonista. Per i viola entra in gioco anche una forte fragilità psicologica. È una squadra che fatica a vedere un raggio di luce. Vorrebbero intervenire tanto e cambiare molto, ma gennaio non è il mercato delle rivoluzioni. Non è semplice vendere sei o sette giocatori e sostituirli tutti. L’idea, però, sarebbe quella di dare un segnale forte. Forse più che un allenatore o un giocatore, servirebbe una figura dirigenziale di carisma, capace di dire: “Da qui si cambia”. Una presenza che segni davvero l’inizio di un nuovo corso. Resta da capire se qualcuno come Giuntoli abbia voglia di rimettersi in gioco in una situazione così complessa, ma è chiaro che alla Fiorentina oggi manca soprattutto una guida forte.