“Sudditanza psicologica pro Parma”

Il Parma sta vivendo la prima settimana “lunga” della stagione, quella che condurrà al posticipo di lunedì sera in casa contro la Feralpi Salò, una delle formazioni destinata a lottare fino in fondo almeno per un posto ai playoff. La gara del Tardini sarà la più importante della giornata insieme a quella tra Venezia e Sambenedettese, che metterà di fronte la voglia di riscatto della squadra di Inzaghi dopo la prima sconfitta stagionale a Pordenone, e l’entusiasmo dei marchigiani, che in caso di colpaccio sarebbero “costretti” a gettare la maschera, avendo anche una gara da recuperare.

Ma pure in casa Samb c’è tanta voglia di rivincita, pur non avendo i giocatori di Palladini perso l’ultima gara giocata, quella al veleno contro il Parma al Riviera delle Palme. A 5 giorni dalla gara terminata 2-2, infatti, la dirigenza marchigiana non si è ancora rassegnata al verdetto del campo, suggellato dal rigore trasformato da Calaiò a 7’ dalla fine, concesso per la gomitata assestata da Radi a Guazzo. Un fallo ingenuo e non violento, ma punibile a termini di regolamento, non però secondo il parere del presidente della Samb Fedeli, letteralmente infuriato nel post-gara, né per il dg Andrea Gianni, tornato nuovamente sul tema in un’intervista a Tuttomercatoweb:

“Siamo amareggiati, quella contro il Parma era una partita praticamente vinta. Avremmo meritato la vittoria per il gioco espresso, ma la gara è stata condizionata dalla condotta dell’arbitro, afflitto da una sudditanza ingiustificata. Le continue proteste dei calciatori del Parma hanno portato l’arbitro a sanzionare un’azione con il rigore in maniera assurda: non si può concedere un rigore del genere a 5’ dalla fine, poi la partita è degenerata anche per questo” ha detto Gianni riferendosi all’espulsione di Lulli per doppia ammonizione che ha ridotto la Sambenedettese a giocare in 9 gli ultimi minuti.

Detto che il Parma può recriminare per un precedente rigore non concesso pochi minuti prima per un fallo di mano di Mori in area su tiro di Scavone (forse è legato a questo il concetto di sudditanza veicolato da Gianni, una sorta di “compensazione” involontaria), il dirigente rossoblù ha poi parzialmente ritrattato la volontà del club di presentare una protesta “ufficiale” in Lega: “Non è questione di farsi sentire, la Samb vuole recitare un ruolo da protagonista in questo campionato e per farlo deve vedere rispettati i propri diritti e non subire più simili atteggiamenti – ha concluso Gianni – Speriamo si sia trattato solo di un episodio, di una giornata storta che può capitare a tutti”.
 

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