Luciano Spalletti fa chiarezza sulla Juventus e la lotta per lo scudetto

Articolo di Andrea Gussoni

""La vittoria di Cremona è merito solo della squadra, io non ci ho messo mano".

Luciano Spalletti ha parlato alla vigilia del suo debutto in Champions League da allenatore della Juventus: “L’altra sera sono contento di aver fatto determinate scelte perché mi han restituito informazioni per continuare col lavoro. Con lo Sporting sarà una gara difficilissima e perché sa giocare a calcio. Sanno stare in campo e hanno un’idea di gioco ben precisa complicata però da codificare. Sono bravissimi a fare le sostituzioni dei ruoli. Poi hanno una grande qualità di palleggio sulla trequarti”.

I tifosi sognano lo scudetto: “Intanto ho parlato di lotta per lo scudetto e non di vittoria dello scudetto. C’è differenza. Dobbiamo confrontarci tutti i giorni con questo nome e questa storia che ci stimola a fare sempre di meglio. Finché la matematica non ce lo vieta, noi dobbiamo essere nelle condizioni di ambire a lottare per qualsiasi cosa. Parlando di slogan, non basta finoallafine, ma oltrelafine”.

“La vittoria di Cremona è merito solo della squadra, io non ci ho messo mano. I giocatori sono stati attenti alle richieste e le risposte dal campo sono state quelle che mi aspettavo. Sono stati sempre blocco-squadra. Non sono stati lunghi tranne in alcune situazioni. Abbiamo fatto delle ricomposizioni che possono essere riusate per il futuro. Ora abbiamo un allenamento in più, quello di oggi, e serve per aggiungere informazioni. Ma quello che mi fa piacere sono gli occhi con cui mi guardano. Questo per me è fondamentale e racconta la voglia dei calciatori e la disponibilità di voler far bene. Sono un buon gruppo dal punto di vista calcistico e umano”

“La Champions è un privilegio. E’ la suite del calcio. Dobbiamo avere un’idea di cosa vuol dire essere squadra e dobbiamo proteggerla con una grandissima personalità. Dobbiamo avere il coraggio di scegliere quello che vogliamo fare. Uno può fare la scelta sbagliata, la scelta corretta o essere incerti. L’incertezza è peggio dell’errore. Giocare ogni tre giorni non può essere un alibi. Il calcio ora è questo. Non ci sono scappatoie. Bisogna andare dentro al campo ed essere curiosi di quello che troviamo”.

Giornalista dal 2008 e grande appassionato di tutti gli sport da sempre, segue con particolare interesse basket e volley che ha anche praticato a livello dilettantistico fino ai tempi dell’università. Ama viaggiare, sia per lavoro che con la mia famiglia, e non sa resistere alle tentazioni in cucina.

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