
Il nuovo allenatore del club salentino ha rilasciato le prime parole da giallorosso nella conferenza stampa di presentazione
Eusebio Di Francesco, nuovo allenatore del Lecce, si è presentato in conferenza stampa. “Ringrazio il direttore, il presidente e la società per questa opportunità – ha esordito -. Sono venuto qui con il mio nuovo staff, tra cui figurano Del Rosso, Pinzi, il preparatore Neri. Mi manca qualcosa però. Il mio pensiero va a Graziano Fiorita, un vero amico. Noi con il mio staff, con la società e i tifosi lotteremo per raggiungere la salvezza con lui che ci guiderà dall’alto”.
Per il tecnico abruzzese si tratta di un ritorno in giallorosso: “Quando arrivai la prima volta c’era una società che si stava smantellando, si viveva un’atmosfera strana, io ero un po’ inesperto, avevamo avuto una alternanza di prestazioni incredibile. Ci sono stati alti e bassi in quel periodo. Sono qui perché sono convinto che sia il momento giusto e il posto giusto per dare il mio contributo per raggiungere l’obiettivo finale”.
Sul modulo: “A differenza dell’anno passato, dove mi sono dovuto adattare alle caratteristiche dei calciatori, risposerò il 4-3-3. Ripartiremo da questo sistema di gioco. Oggi le caratteristiche dei giocatori fanno la differenza ancor più del sistema di gioco. Noi abbiamo terzini come Veiga, Gallo, molto predisposti alla fase offensiva. Quindi cerchiamo di mettere in squadra coppie che abbiano caratteristiche diverse l’uno con l’altro”.
Sui singoli: “Krstovic ha dimostrato di essere un ottimo attaccante. Ma nel Lecce ci sono giocatori interessanti. Penso a Banda, che nell’ultimo periodo non è stato brillantissimo. Nel primo anno subentrava al posto di mio figlio e ha dimostrato il suo valore. Bisogna lavorare anche sotto l’aspetto mentale affinché i giocatori trovino fiducia. Le ali devono avere il pensiero dell’uno contro uno. Lo dimostrano le squadre europee, chi domina ha la capacità di avere giocatori che superano l’uomo”.
“Da avversario dico che venire a giocare qui non è facile, per il tifo, l’attaccamento, il numero di abbonati. Dobbiamo portare i tifosi dalla nostra parte con l’atteggiamento. Sul gol cercheremo di lavorarci per migliorare la squadra. A Venezia mi è capitato tante volte di creare tanto, a prescindere dai tiri in porta. Zeman chiamava tiri della disperazione quelli da 40 metri, che per me non sono tiri” ha concluso Di Francesco.